Oggi, la Camera dei deputati ha fatto calare il sipario sul brevissimo mandato parlamentare di Andrea Mura, deputato eletto per il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Cagliari, accettandone le dimissioni, rassegnate a fine luglio dopo le ‘rivelazioni’ del collega di Forza Italia, Ugo Cappellacci sul suo assenteismo, e la conseguente espulsione del deputato-velista dal Movimento, deliberata sommariamente senza neanche far votare gli iscritti al portale Rousseau.
Mura, che a luglio inoltrato aveva fatto registrare oltre il 96% delle assenze alle votazioni elettroniche (ma meno del 50% a tutte le sedute documentabili) ci aveva messo del ‘suo’ con le sue incaute dichiarazioni, poi parzialmente smentite, al quotidiano “La Nuova Sardegna”, secondo cui il suo ruolo sarebbe stato soprattutto di “testimonial” di battaglie ecologiche oceaniche ed egli avrebbe potuto fare il deputato “anche dalla barca”.
Esternazioni che avevano mandato letteralmente in bestia l’intero mondo grillino, dai militanti che si erano fatti rumorosamente ‘sentire’ negli spazi social pentastellati allo stesso leader del Movimento, il vicepremier Luigi Di Maio, e costretto anche l’ex sindaco di Assemini, ora candidato alla Presidenza della Regione, Mario Puddu (come coordinatore della campagna elettorale grillina in Sardegna aveva scelto Mura come candidato della ‘società civile’) a dissociarsi bruscamente dal velista, non senza subire attacchi, anche veementi, da parte di diversi attivisti ed elettori grillini che esigevano chiarezza sulla responsabilità di una scelta rivelatasi poco avveduta, che Puddu aveva cercato di scaricare, genericamente, sull’intero Movimento.
Nonostante la bravura dei grillini nel minimizzare i loro frequenti incidenti di percorso, questa vicenda pesa e peserà come un macigno sulla credibilità del Movimento 5 Stelle nel selezionare un’adeguata classe dirigente (come se non bastassero le sconcertanti performance di alcuni sindaci e ministri del governo nazionale) in vista di elezioni regionali complicate, sia per il fisiologico calo dei consensi grillini in tali consultazioni, rispetto alle politiche, sia per il possibile ritorno di un’alleanza unitaria di centrodestra che, sull’onda dei successi della Lega (solidamente alleata col Partito Sardo d’Azione), potrebbe spopolare anche nell’isola, facendo scattare, senza deviazioni, una regola di alternanza sempre rispettata dal 2004 ad oggi, e facendo sfumare il sogno grillino di fare della Sardegna la prima regione pentastellata.
Peraltro, non è escluso che l’elezione suppletiva del sostituto di Mura, che interesserà il popoloso collegio cagliaritano, possa essere accorpata alle elezioni regionali, con elevate possibilità di successo per il centrodestra, e con un inevitabile ‘ritorno’ negativo per i pentastellati, tenendo ben viva la memoria degli elettori sulla deplorevole vicenda del deputato-velista e su chi ha concorso a causarla. Tra l’altro, le spese aggiuntive che l’elezione suppletiva importerà (anche in caso di accorpamento, i compensi degli scrutatori aumenteranno), sono un pessimo viatico perché Mario Puddu (sempre che la sua candidatura non sia ‘azzoppata’ da una condanna per abuso d’ufficio nel processo a suo carico che si concluderà a Cagliari tra circa tre settimane) continui credibilmente, nell’assenza di programmi definiti (che sta infastidendo molti attivisti grillini) a fare demagogia sui vitalizi, sugli sprechi e quant’altro, al momento solo ‘piatto forte’ grillino.
E’, comunque, evidente che il nervosismo aleggi visibilmente nelle file grilline sarde: stamattina, la deputata Emanuela Corda, donna ‘forte’ del M5S sardo e storica ‘sponsor’ di Puddu, nel corso del dibattito alla Camera sulle dimissioni di Mura, ha perso più volte la pazienza e, dicendosi consapevole che “l’animo umano è imperscrutabile”, ha indirizzato sconnessi improperi all’indirizzo di alcuni colleghi dell’opposizione: “Non sapete neanche comportarvi quando parla una signora… cafoni, maleducati, persone indegne… siete il nulla assoluto”.
Caesar
(admaioramedia.it)