Durante il dibattito in Consiglio regionale sul testo unico regionale sul Turismo (poi approvato in serata), è stato votato, a scrutinio segreto, un emendamento all’articolo 11 (riguardante incentivi alle strutture che vogliono ammodernarsi e dotarsi di nuove attrezzature) presentato dal centrodestra (primo firmatario Antonello Peru, consigliere di Forza Italia), per distinguere le strutture che si occupano esclusivamente di turismo da quelle destinate all’accoglienza degli immigrati.
Il voto segreto, che ha spiazzato la maggioranza di centrosinistra, è stato chiesto dl capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ed ha visto l’approvazione dell’emendamento con 27 voti favorevoli e 22 contrari. Tanta sorpresa che, al termine dello scrutinio, il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha voluto dissociarsi “totalmente dall’esito del voto, perché non esiste che si riducano le libertà e i diritti dei cittadini del mondo, alla prima occasione questa norma si dovrà correggere perché così è inaccettabile”. Più teatrali, i consiglieri di Articolo 1 e Democratici Progessisti che hanno abbandonato l’Aula per protesta: “Una delle pagine peggiori nella storia dell’autonomismo, non voteremo questa legge che contiene un principio razzista”, hanno detto Eugenio Lai, Daniele Cocco e Luca Pizzuto. Per Gigi Ruggeri (Pd), si tratta di “un emendamento della vergogna, un’esibizione di ostilità gratuita che strizza l’occhio ai sentimenti più beceri del paese, odio sociale e ostentazioni razziste”. Ora, il centrosinistra si sta adoperando per la abrogazione dell’emendamento dell’opposizione, tra di loro, ovviamente, anche qualcuno che, forte della segretezza del voto, lo ha sostenuto senza manifestarsi. Contrariato anche il presidente Pigliaru: “Un emendamento frettoloso e approvato in modo improprio non va certo a rovinare tutto quello che c’è di buono: fin d’ora lavoriamo perché sia cancellato e sostituito”.
Con questo emendamento gli incentivi non potranno andare alle strutture ricettive che, per fame di ‘business’, si sono votate all’accoglienza e stanno ricevendo le migliaia di immigrati che da tempo sbarcano in Sardegna. Incentivi che avrebbero potuto rappresentare un ulteriore metodo per motivare altri imprenditori turistici a modificare la propria vocazione e rendersi utili nel deficitario sistema dell’accoglienza, soprattutto in previsione degli imminenti numerosi nuovi arrivi estivi. Non solo, ma chi usufruirà del contributo non potrà svolgere per 5 anni il servizio di accoglienza agli immigrati, pena la revoca e l’obbligo della restituzione.
Soddisfazione, invece, nei banchi del centrodestra: ”Fa chiarezza sia sull’utilizzo delle strutture ricettive esistenti in Sardegna, sia sulle modalità di accesso alle agevolazioni e ai benefici destinati allo sviluppo del turismo nell’Isola – ha commentato Peru – Maldestro il tentativo di alcuni consiglieri di centrosinistra che, sconfitti dal buon senso prima ancora che dalla conta dei voti in Aula, cercano di strumentalizzare la decisione del Consiglio regionale tendente a stabilire con nettezza un principio semplice e per certi versi scontato: e cioè che può accedere ai benefici previsti dalle nuove norme regionali in materia di turismo solo chi sceglie la sfida del turismo e del mercato”.
Per Paolo Truzzu (FdI), “una norma di buon senso e non c’è niente di scandaloso. Chi vuole fare business sull’accoglienza degli stranieri e destinare le proprie strutture ricettive all’ospitalità degli immigrati è già ben retribuito, non deve ricevere anche i fondi regionali destinati a chi, invece, vuole creare sviluppo con il turismo in Sardegna. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”. Nell’approvazione dell’emendamento, Marcello Orrù, consigliere del Psdaz, vede “un primo segnale importante del Consiglio nei confronti del modello della pseudo accoglienza messa in piedi in questi ultimi anni, una accoglienza fondata sul business e sulla mercificazione delle persone che scarica il peso del problema immigrazione interamente sulle spalle dei cittadini. E’ inaccettabile l’indignazione degli esponenti della sinistra. Chi è realmente indignato è il popolo sardo che ogni giorno subisce nelle città e nei piccoli comuni il degrado crescente e i rischi sulla propria sicurezza causati dalle politiche sull’immigrazione portate avanti da Governo e Regione”. (red)
(admaioramedia.it)