Il caos dentro la Croce rossa in Sardegna non è terminato con il commissariamento del presidente del Comitato regionale (lo scorso 13 luglio) ad opera del Consiglio direttivo nazionale, quando Giovanna Sanna è stata sostituita da Sergio Piredda. Il Commissario. che durerà in carica sei mesi, proprio in questi giorni dovrà presentare una relazione sulla situazione della Croce rossa nell’Isola. Perciò, potrebbe fare in tempo a raccontare cosa è appena accaduto nel Comitato provinciale di Oristano, organismo territoriale già al centro di anomale situazioni, caratterizzate da alcune recenti dimissioni di consiglieri e provvedimenti contestati dai volontari.
Questa volta si tratta di un ricorso presentato da quattordici volontari del Comitato oristanese, che si rivolgono al commissario Piredda per contestare la recente approvazione dei bilanci (consuntivo 2017 e previsione 2018). Ad agosto, il presidente del Comitato, Antonella Garau, aveva convocato i soci per il 7 settembre con l’obiettivo di approvare i due bilanci. Perciò, alcuni volontari avevano tempestivamente chiesto di visionare i documenti contabili entro la riunione, così da poter esprimere un voto con cognizione di causa, ma avevano ottenuto, come fosse una gentile concessione del Presidente, di visionare il materiale solamente grazie ad una specifica convocazione (giorno feriale ed orario tassativamente stabiliti) nei locali del Comitato Cri, “rendendo di fatto impossibile, con cosi poco preavviso, la presenza dei richiedenti”, hanno scritto i volontari nel ricorso.
Neanche la formalizzazione di una richiesta per posticipare l’assemblea, così da “permettere l’opportuna disamina dei documenti richiesti”, né l’intervento autorevole del Commissario, che sollecitava “con la massima urgenza l’accesso agli atti”, convinceva il presidente Garau a modificare atteggiamento e l’assemblea si teneva nel giorno previsto senza alcun invio anticipato dei documenti. Anche durante il dibattito assembleare, ovviamente, il tema veniva affrontato ed addirittura il commercialista del Comitato oristanese confermava il diritto dei soci di aver accesso a tutti i documenti inerenti l’approvazione dei bilanci messi in votazione. Ciò nonostante, a fine dibattito, i documenti venivano messi in votazione ed approvati a maggioranza: 69 voti, 30 contrari e 2 astenuti.
Sconfitti in assemblea, i ricorrenti hanno chiesto “opportuni accertamenti , l’annullamento delle delibere assembleari sull’approvazione del bilancio consuntivo 2017 e di previsione 2018 e di valutare la sussistenza di eventuali profili disciplinarmente rilevanti”, evidenziando che “il mancato deposito della bozza di bilancio e dei documenti integrativi costituisce un vizio che rende annullabile la delibera di approvazione del bilancio, in quanto i singoli soci vengono così privati della possibilità di conoscere preventivamente l’oggetto su cui sono chiamati a deliberare ed impedisce che gli stessi abbiano piena notizia della situazione patrimoniale”. Peraltro, hanno avvisato che “in caso di mancata risposta in tempi brevi si preannuncia l’intenzione di portare le proprie ragione ante il Giudice competente senza ulteriore indugio”. Ora, la parola passa al commissario Piredda. (fm)
(admaioramedia.it)