Avere l’Accademia di Belle Arti a Cagliari vorrebbe dire elevare la tradizione e la cultura locale oltre il limite del folk, risemantizzare le possibilità espressive, inaugurare nuovi scenari e rituali.
Le Accademie sono gli unici luoghi dove la storia dell’arte arde e brucia producendo linguaggio, dove il fare arte alimenta se stesso in un flusso inarrestabile. Nelle Accademie si evocano confronti, rispettosi e mai irrisolti, tra il passato e il contemporaneo, dove si condiziona, profana e riconfigurano, simboli e identità territoriali.
Senza Accademia di Belle Arti non c’è dialogo con il passato, per dialogare con il passato, bisogna comprenderlo e ascoltarlo, dirgli e raccontargli qualcosa che valga la pena del presente da consegnare al futuro. Senza Accademia c’è solitudine, c’è il monumento all’autismo narciso che vuole essere mercato. Qual è l’unica risposta certa alla domanda “che cosa vuole dire arte”? L’arte è l’Accademia del fare umano. Il passato quando è presente tra gli uomini salva l’umano presente, il presente del mercato travestito da passato, è uno tsunami che inonda. Il mercato non democratizza la cultura, svuota l’arte e la cultura dei luoghi e delle funzioni che relazionano al passato. L’Accademia è lo stato dell’arte dei luoghi e nei luoghi. L’arte e la cultura locale, sono gli unici strumenti reali per opporsi al pensiero unico, per limitare e arginare un mercato dove il merito è apparire meritevoli.
La cultura artistica è resistenza che non si pone mai fuori dalla Storia, l’alta formazione artistica a Cagliari è biologicamente destinata a ricadere sul pubblico. Per il Cagliaritano medio e mediocre l’arte è intrattenimento, diversivo e diletto. L’Arte è in realtà uno strumento di liberazione culturale a disposizione dell’umano. A Cagliari non serve l’ennesima mostra sulla civiltà Mediterranea raccontata dall’Ermitage di San Pietroburgo, è necessaria la sua vitalità artistica, serve una sua Accademia (a San Pietroburgo c’è dal 1757) che tasti il polso a una vitalità artistica pubblica ponendola fuori mercato; proprio come avviene nell’Accademia di Belle Arti abusiva di Cagliari, quella di via San Saturnino: la via più fotografata dai turisti e nelle tacite istanze d’arte residente, ignorata come richiesta e istanza dagli amministratori politici residenti, che preferiscono ascoltare le mai rumorose e critiche pietre del maestro Pinuccio Sciola.
Domenico Di Caterino
(admaioramedia.it)