Nell’ambito sociopolitico, come in medicina, i tumori maligni, se non vengono rimossi per tempo, danno luogo a metastasi, e la più plastica dimostrazione di questo viene dal comportamento sempre più spavaldo e spudorato della associazione “Cua Casteddu”, ramo universitario dell’antagonismo cittadino, che, non contento di aver gettato lo scompiglio al Cus Cagliari, replica immediatamente l’okkupazione, stavolta al piano terra del corpo di Psicologia, dovendo creare ad ogni costo, a dispetto dei santi e delle leggi, un centro studi autogestito.
Certamente, l’accanimento terapeutico degli antagonisti avrà trovato terreno fertile nell’atteggiamento eccessivamente permissivo – che fa il paio con quello del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, nei confronti dell’annosa occupazione illegale dell’ex scuola media Manno di via Lamarmora – del rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, la cui collocazione politica è ben nota, e la cui presenza in eventi elettorali a fianco di Zedda, nel 2016, non è passata inosservata. Forse, la massima responsabile dell’Ateneo, come nella vicenda Cus – mentre i responsabili del sodalizio sportivo, per quel che loro competeva, hanno optato per la linea dura – è convinta che, anziché chiamare immediatamente la Polizia per porre fine alle occupazioni illegali, con chi commette simili illeciti si possa, o si debba, ‘trattare’. Forse, è comprensibile, considerata la scarsa consuetudine degli antagonisti coi metodi democratici (si pensi alle barricate erette presso le palazzine ‘okkupate’ di via Bainsizza per impedire l’accesso alle forze dell’ordine) e il rischio di maggiori disordini. Ma non può, assolutamente non può, passare il messaggio che a Cagliari chiunque può occupare impunemente un qualsivoglia locale o spazio pubblico con la certezza di farla franca, e lascia davvero esterrefatti che da questo punto di vista, a sinistra, si sia smarrita del tutto una bussola della legalità agitata strumentalmente negli anni passati soltanto quando si trattava di demonizzare avversari politici.
Peraltro, i responsabili delle pubbliche istituzioni che non dovessero ottemperare al proprio dovere di far rispettare la legge, sia quanto a impedire e porre fine alle occupazioni abusive, sia quanto agli effetti, che così si determinano, di sovvenzionare di fatto sodalizi, oltre tutto politici, in violazione del principio di eguaglianza presidiato dall’articolo 3 della Costituzione e dalla Legge 241/90, rischiano di dover fare i conti anche con le norme giuridiche che prevedono come la mancata ottemperanza a tale dovere comporti responsabilità, talora di natura anche penale.
Si può comprendere, che in certi casi, un qualche tasso di prudenza rispetto alle ‘okkupazioni’ possa evitare situazioni più gravi per l’ordine pubblico, ma questo vale finché si ha a che fare con situazioni di normalità. A Cagliari, dato il numero e data la costante connotazione politica (tra estrema sinistra ed anarchismo) delle occupazioni abusive, si è da tempo oltrepassata ogni ‘linea rossa’, e andrà preso qualche provvedimento rispetto a situazioni che destano indignazione presso i comuni cittadini. Pensiamo, in particolare, alle tante associazioni ‘comuni’ che operano nel settore culturale tra le ristrettezze finanziarie e la burocrazia delle istituzioni pubbliche, col problema di reperire degli spazi onerosi da affittarsi nel libero mercato, e senza poter accampare pretesti ‘politici’ per occupare a sbafo locali pubblici (od essendo troppo intellettualmente onesti per sognarsi di farlo).
Un fenomeno su cui non deve essere abbassata la guardia e non è da escludere che, se nulla dovesse muoversi, qualche cittadino decida di passare all’azione e sollecitare con energia, finalmente, l’intervento della magistratura, che dinanzi a dettagliate e mirate segnalazioni non potrebbe esimersi dal fare la propria parte.
Caesar
(admaioramedia.it)