Sabato prossimo avrà luogo a Cagliari, in piazza Matteotti, un’interessante coda del carnevale ad opera del solito Coordinamento “Antifascista” cagliaritano, che da anni ci abitua a performance tanto esilaranti quanto numericamente sparute, talora con la partecipazione straordinaria della Polizia.
Chiaramente eccitati da parole incendiarie che, in questi giorni si sprecano, specie da parte di soggetti istituzionali che dovrebbero essere ben più responsabili, costoro intendono, manco a dirlo, chiedere “la chiusura dei covi fascisti”, ammesso e non concesso che le attitudini non precisamente ‘nonviolente’, ultimamente dimostrate dagli antagonisti tra Piacenza, Bologna e Napoli, possano definirsi propriamente ‘antifasciste’ e, soprattutto, ‘democratiche’. L’effettuazione del presidio di fronte al Municipio di Cagliari potrebbe, però, far venire cattivi pensieri al sindaco Massimo Zedda, il quale potrebbe rammentare, non senza preoccupazione, che la posizione degli antagonisti cagliaritani quanto al possesso dei locali della scuola media “Giuseppe Manno” di via Lamarmora – buffamente ribattezzata “Sa Domu” – non è esattamente delle più regolari.
Anche se alle stesse Procure della Repubblica non è chiaro se il reato di “invasione di terreni od edifici” previsto dall’articolo 633 del Codice penale sia stato depenalizzato o meno – tale incertezza è frutto di uno dei tanti pasticci del poco rimpianto governo Renzi – la votazione che vi è stata nel Consiglio comunale di Cagliari, il 6 maggio 2015, con cui, con 20 voti contro 11, è stata respinta la mozione di ‘sgombero’ che era stata proposta dai consiglieri Gennaro Fuoco e Alessio Mereu, non è poi un ‘titolo’ tanto rassicurante, essendosi trattato di un voto chiaramente politico e povero di basi giuridiche, richiamando quasi solo argomentazioni generiche, come l’assenza di danni o il valore sociale delle attività svolte dagli occupanti, che per la giurisprudenza c’entrano come i cavoli a merenda.
Perché sussista l’illecito, non cancellato dalla depenalizzazione, è infatti sufficiente che vi sia la finalità di occupare e la consapevolezza dell’altruità del luogo che si occupa, che nel caso di specie, neppure con la più fervida fantasia – anche se i comunisti e gli anarchici, al riguardo, riservano sempre sorprese – gli occupanti potevano considerare come ‘loro’, dato che i suddetti locali, da quanto emerso nel dibattito in Consiglio comunale, non risultavano neanche essere stati formalmente dismessi dall’istituto scolastico a cui facevano capo. Quindi, neppure l’eventuale depenalizzazione del reato rimuoverebbe con certezza, con riguardo alla sottrazione dei locali alla collettività, che, a Dio piacendo, non è fatta solo della piccola comunità di antagonisti di “Sa Domu”, gli aspetti di delicatezza della situazione.
Invero, la concessione in comodato di locali pubblici – che, secondo il regolamento approvato dal Consiglio comunale con delibera del 3 giugno 2015, dovrebbe avvenire in base a una graduatoria – ai sensi dell’articolo 12 della Legge 241/90 ha carattere di ‘sovvenzione’, e deve essere quindi disposta in base a criteri generali, astratti e predeterminati, tra i quali non ci risulta che rientri il ‘fatto compiuto’ dell’occupazione, a prescindersi dal fatto che Sindaco, Giunta e Consiglio intendano continuare a passarci sopra.
Dato che la manifestazione sarà di sabato pomeriggio, Zedda sarà forse altrove, ma non ci stupiremo se l’applicazione della mozione approvata dal Consiglio Comunale il 12 dicembre scorso, sull’esigenza di indire dei bandi per la regolare concessione in comodato gratuito dei locali comunali alle associazioni culturali – e sempre che, invece, non sia il caso di ripristinare l’originaria destinazione d’uso scolastica dei locali di via Lamarmora – permetterà presto di sciogliere ogni dubbio. E magari, come cantava Lucio Dalla, “… e senza troppi disturbi qualcuno sparirà”.
Caesar
(admaioramedia.it)