Fino a qualche anno fa, la città di Cagliari era rimasta felicemente immune dalla moda delle ‘okkupazioni’ attuate da un’area antagonista che, fin quando la sinistra non è riuscita, nel 2011, a conquistare il ‘Palazzo d’Inverno’ di via Roma, faticava a trovare spazio politico in città. Oggi, invece, sotto l’attuale amministrazione di sinistra, anche per l’effetto psicologico determinato dalla ‘svolta’ anche negli ambienti di estrema sinistra ed anarcoidi, non propriamente appartenenti all’area della ‘sinistra di governo’, si sta trasformando in una vera e propria Mecca delle occupazioni abusive di edifici pubblici.
All’annosa situazione dell’ex scuola media Manno di via Lamarmora, ‘okkupata’ e fantasiosamente ribattezzata “Sa Domu” con la tolleranza della maggioranza di centrosinistra – che aveva respinto una ‘mozione di sgombero’ dell’opposizione – e a quella della sedicente ‘occupazione popolare’ delle palazzine di via Bainsizza, si è infatti ora aggiunta l’impresa dell’associazione universitaria della stessa area Cua Casteddu, che, qualche giorno fa, ha ‘okkupato’ alcuni spogliatoi dismessi del Cus Cagliari. Per una volta, nonostante le critiche ‘buoniste’, vi è stata una reazione decisa con la chiusura delle strutture sportive universitarie e dei cancelli d’accesso all’area ‘okkupata’, quanto meno doverosa trattandosi di strutture in piena attività, che non è possibile lasciare in balia di soggetti che hanno la bella pretesa di autolegittimarsi senza alcun permesso.
Insomma, non solo, nonostante le conseguenze anche giudiziarie che potrebbero derivarne in capo ai responsabili dell’Amministrazione comunale, non viene risolto il problema dei locali di “Sa Domu”, che dovrebbero essere restituiti alla collettività senza ulteriore indugio, ma i soliti personaggi poco avvezzi al rispetto delle leggi che non approvano, palesemente incoraggiati dall’atmosfera di lassismo che regna in città, pretendono, benché privi di qualsiasi autorizzazione o investitura democratica, di avere il diritto di decidere sulla destinazione d’uso di spazi che, momentaneamente abbandonati o meno, appartengono a tutti, e che gli amministratori pubblici hanno l’obbligo di concedere nella rigorosa osservanza della Legge 241/90.
Anche se il sindaco Zedda, a differenza del suo collega napoletano De Magistris, non ha mai direttamente appoggiato alcuna attività di ‘okkupazione’, è indubbio che il suo atteggiamento troppo permissivo contribuisce, sotto il profilo psicologico, a rafforzare i propositi dei ‘compagni che sbagliano’, maniaci delle ‘okkupazioni’, a tenersi lontani dalla via della legalità, almeno quanto il poco responsabile atteggiamento di certi giornalisti schierati che, anziché stigmatizzare le violazioni di legge degli ‘okkupanti’, si mantengono inconcepibilmente ‘imparziali’ tra questi e la legge, se non talvolta simpatizzano apertamente nei confronti di tali soggetti.
Sul terreno della difesa della legalità, ci si attenderebbe però di più da una sinistra che, un tempo, aveva il volto della responsabilità di un Enrico Berlinguer, mai sceso a patti con gli ‘autonomi’ – genitori ideologici degli odierni ‘antagonisti’ e ‘antifà’ vari – e spiace constatare che il nostro sindaco, anche se non da solo, non sembra comprendere che la tutela di tali valori, tutt’altro che “disvalori di destra”, è doverosa a garanzia di tutti. Lo dimostra anche il fatto che a Cagliari siamo ancora in attesa di una qualche efficace attuazione del decreto Minniti sul decoro urbano. Tanto per citare un altro personaggio che, nonostante le origini comuniste, quando si è trattato di ordine pubblico non si è precisamente rivelato una ‘mammoletta’.
Caesar
(admaioramedia.it)