Tabula rasa

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    Romano

    Noi cittadini non intendiamo pagare le bollette della luce, dell'acqua e quant'altro a gente che pretende di occupare abusivamente dei locali comunali che affittati possono, anzi devono, rendere alla comunità. Per quale disposizione o grazia ricevuta, questi devono pretendere di usufruire a loro piacimento di un bene pubblico?

    Ci sono in Italia decine di associazioni che si mantengono con le quote associative e dei servizi resi su richiesta. Ad esempio l'Unione Consumatori di Cagliari si mantiene solo con le quote associative e dei servizi resi ai suoi associati, senza beneficiare di nessun aiuto pubblico. Poiché in questa associazione ci saranno non solo disoccupati, ma anche gente che onestamente, se trova un lavoro, preferisce rinunciarvi, si possono mantenere la struttura con le quote associative e le paghette che i loro genitori daranno ai loro pargoli.

    Mi fa specie la dichiarazione del consigliere Giovanni Dore, quando dice che è giusto aiutare un'associazione che non può pagarsi un affitto: poiché lui ha uno studio affermato ed appartiene ad una famiglia che sicuramente non ha problemi economici, perché non mette gratuitamente a disposizione di suoi colleghi alle prime esperienze professionali che non possono pagarsi un affitto per uno studio proprio, alcune stanze del suo, facendo così una vera opera di solidarietà? 

    I politici di sinistra, quando ricoprono incarichi, si caratterizzano sempre per le loro idee demagogiche, caricando le incombenze sempre a carico della comunità, dove ci sono molti che non li hanno votati.

    Romano Satolli

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