Dall’esame dei lavori dell’Assemblea costituente si dovrebbe comprendere l’inconsistenza giuridica delle “mozioni antifasciste” oggi di moda nei Comuni governati dalle sinistre, anche in Sardegna, che, in base a una nozione estensiva di ‘antifascismo’ propugnata soprattutto dall’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), rischiano di oltrepassare la linea rossa tra divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e libertà di manifestazione del pensiero.
Recentemente, perfino Pietro Grasso ha dovuto, correttamente, ammettere che non è sufficiente neppure dichiararsi apertamente ‘fascisti’ perché sia applicabile legge Scelba: da magistrato, avrà forse ricordato che, per la Corte costituzionale e la Cassazione, ci vuole ben altro, come per esempio l’integrale riproposizione dei programmi o dei metodi totalitari del fascismo storico, non riscontrabile neppure in una formazione radicale come Forza Nuova. Non sembra, però, che di questo ci sia contezza nel Consiglio comunale di Quartu Sant’Elena, città notoriamente priva di altri problemi (a cominciare dalle buche che riducono come una ‘gruviera’ molte strade), che, su forte impulso del Pd, ha approvato una mozione di quel tipo che, sulla falsariga di quella recentemente adottata dai colleghi cagliaritani, mira a impedire manifestazioni ‘neofasciste’ e la concessione di spazi pubblici ad organizzazioni di tale orientamento. Subito dopo Sassari, che è stato il primo capoluogo della Sardegna a dichiararsi antifascista.
Singolarmente, dopo essere stato cacciato come un reprobo da quel partito, si è allineato a tali posizioni anche il traballante sindaco della città, l’ex piddino Stefano Delunas. Con un accorato appello, non si sa se ricordando o meno che il padre, Salvatore Delunas, era stato un importante dirigente cittadino e provinciale del Movimento sociale italiano (Msi), e che lui stesso, negli anni giovanili, si era candidato alle elezioni comunali quartesi per Democrazia nazionale, effimera formazione nata negli anni ‘70 da una scissione del partito che fu di Giorgio Almirante.
Forse il traballante Delunas, noto per aver vinto le elezioni come candidato del centrosinistra e per poi aver sbattuto il Pd all’opposizione capeggiando una maggioranza del ‘ribaltone’, in larga misura rimpolpata da consiglieri eletti col centrodestra, piuttosto che aver voluto così scontare le ‘colpe’ paterne (ma quali?) o le proprie ‘colpe’ giovanili (ancora, ma quali?), ha semplicemente dimostrato, ancora una volta, che il suo agire politico è improntato a una quasi sublime incoerenza. O, ancor più semplicemente, da buon militante di sinistra (pur con origini politiche non così lineari), nonostante i litigi, si sarà nuovamente accordato coi suoi antichi ‘compagni’ quando si è trattato di sfidare il consenso. I consiglieri, eletti in liste di centrodestra, che fanno maggioranza con Delunas, ma che, in segno di dissenso, durante la discussione sono andati a sedersi tra il pubblico, non devono esserci rimasti molto bene, così come difficilmente ci sarebbe rimasto bene, se avesse potuto assistere al teatrino, il padre del sindaco Delunas.
In questo bailamme, sembra non importare a nessuno che le interpretazioni estensive di un ‘antifascismo istituzionale’, a cui la Costituzione assegna una posizione circoscritta e ben definita, specie se basate sulla strumentalizzazione di regolamenti dettati per altri scopi (come quelli sulla concessione del “suolo pubblico”), potrebbero esporre chi le fa proprie con delibere restrittive dei diritti dei cittadini a possibili conseguenze legali. Anche a prescindere dal rischio che le frange estremiste, che propugnano un “antifascismo militante”, nei cui metodi il rispetto della legalità è alquanto secondario, percepiscano simili delibere come un ‘dare loro ragione’. Con conseguenze ancor più devastanti.
Caesar
(admaioramedia.it)
4 Comments
Angelo Carta
Non hanno altro da fare , quanti voti ha preso l’estrema destra alle ultime elezioni ? Zero virgola , di cosa parliamo ? Se nel periodo della legge Scelba , mi pare nel 1954 , si fossero conosciute le sofferenze dei popoli sotto la dittatura comunista , da Berlino alla Siberia , anche questa ideologia avrebbe seguito la sorte del fascismo …. I valori di democrazia e di liberta’ li abbiamo nel DNA e nessuna ideologia politica riuscirà modificarlo …si rassegnino e si mettano a lavorare per la comunita’
Pierangela Masili
Allora perché abbiamo due gruppi di estrema destra candidati?
Angelo Carta
La democrazia , giustamente , lo consente come ne ha diritto anche il comunismo
Marius Ioan Vasilescu
In effetti, una forza fuori dal comune il sig. Delunas: è riuscito a compattare il centro sinistra a tal punto da renderlo piccolo piccolo, quasi invisibile…