Sassari è il primo capoluogo della Sardegna a dichiararsi antifascista e forse non sa nemmeno bene perché, come ha scritto Bianca Maria Balata su admaioramedia.it.
Terminologie a parte, infatti, gli stessi contenuti del documento c’entrano poco o nulla col fascismo, a cominciare dai temi che vedranno impegnati gli studenti sassaresi sull’educazione alla legalità collegata ai primi 12 articoli della Costituzione (Principi fondamentali), dove si parla fra l’altro di lavoro, indivisibilità della Repubblica, rapporti fra Stato e Chiesa, cultura, ricerca scientifica e perfino bandiera. Per quanto riguarda l’attualità lo stesso sindaco Nicola Sanna, presentando l’iniziativa, è stato particolarmente assertivo nel dichiarare che “Sassari non è una città razzista o fascista”, lasciando tutti nel dubbio sull’esistenza di una vera motivazione del provvedimento, che lo stesso Sanna voleva addirittura adottare “con procedura d’urgenza”.
Se poi volessimo addentrarci nel passato, c’è un aneddoto piuttosto curioso. Nel dopoguerra, fu collocata sulla facciata della sede del Comune sassarese una lapide con la data “25 luglio 1943”, per ricordare la riunione del Gran consiglio del fascismo in cui fu votata la sfiducia a Mussolini. Quella lapide fu poi utilizzata (molto) alla ‘carlona’ per le cerimonie del 25 aprile 1945, unica data che, con qualche cautela degli storici, può essere considerata quella della caduta della dittatura e del ritorno alla democrazia. L’inciampo fu fatto emergere nei primi anni 2000 dall’allora sindaco Nanni Campus che, eventi storici alla mano, si rifiutò di celebrare la ricorrenza del 25 aprile davanti ad una lapide che, di fatto, sbianchettava tutto ciò che accadde dopo il 25 luglio 1943 e prima del 25 aprile 1945: andando ‘per salti’, arresto di Mussolini e successiva liberazione, armistizio dell’8 settembre (la ‘morte della Patria’ per Salvatore Satta), sbarco degli alleati, guerra civile e tutto il resto.
In quegli anni, la sinistra sassarese rimase nel suo arrocco, ma, ovviamente, aveva ragione Campus. Tanto è vero che il suo successore Gianfranco Ganau fece realizzare una lapide con la data ‘giusta’. Per dire che, oggi come allora, quando Sassari si occupa di fascismo lo fa a sproposito.
SardoSono
(admaioramedia.it)
One Comment
Giampiero Borrielli
Suvvia …
Mica vi è la necessità di spaccare il capello in quattro !!!
Lo sa tutto il mondo che i Sassaresi sono tutti antifascisti …
O meglio, quasi tutti !!!
Diciamo il 13% …
😂😂😇❤️😇😂😂