Dopo un lungo tira e molla, ieri mattina è stato sgomberato a Cagliari il “Centro studi autogestito” che da oltre due mesi era stato creato, su iniziativa dell’associazione studentesca antagonista Cua Casteddu – legata al giro cittadino degli antagonisti antifa – in alcuni locali del corpo di Psicologia dell’Università, abusivamente occupati.
Il rettore dell’ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo, come rivelato su Facebook dagli stessi responsabili del centro autogestito, aveva chiesto invano il rilascio volontario degli spazi e la legalizzazione della loro posizione, costituendosi in regolare associazione e presentando formale domanda per spazi messi a bando, e ieri ha ha confermato che tali ragioni sono a base della decisione adottata.
Gli attivisti del “Centro studi autogestito” si erano, infatti, rifiutati di aderire alla richiesta, adducendo argomentazioni pretestuose, parlando di “spazio precedentemente abbandonato”, benché le attività che essi usano svolgere – giornate di studi sugli ‘antifa’ a livello europeo o iniziative a sostegno della “Cassa antirepressione” – c’entrino ben poco con attività di studio neutrali e orientate a beneficio dell’intera collettività degli studenti, e benché la premessa, pur riecheggiando l’esigenza effettivamente sussistente, che l’Università impieghi proficuamente tutti i propri spazi, non consenta alcuna sanatoria di occupazioni abusive.
Il corretto atteggiamento della professoressa Del Zompo, non così scontato in un’epoca in cui pochi hanno il coraggio di sfidare gli antagonisti sul terreno della legalità, stride con la ben diversa linea adottata del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, ultimamente impegnato a ingaggiare animose polemiche un po’ con tutti, che, assistito dalla sua maggioranza consiliare, non ha mai preso sul serio il problema della duratura (ben più di 3 anni) occupazione abusiva, ad opera di personaggi delle stesse aree politiche, dei locali dell’ex Scuola Media “Manno” di via Lamarmora a Cagliari, bizzarramente chiamata “Sa Domu”, e da anni sede politica ufficiale del più estremo antagonismo cittadino.
La situazione non è ulteriormente tollerabile, né quanto all’acquiescenza, di fatto, alla continuazione di attività di occupazione abusiva di locali comunali, né per le indirette sovvenzioni che, senza bando, previa domanda e corrispettivo alcuno, porta il consentire che gruppi politici estremisti facciano uso di tali locali in base al fatto compiuto, a tacer dell’eventuale danno erariale. Una situazione che, oltre tutto, determina una grave turbativa al principio di eguaglianza, generalmente caro alle sinistre, in relazione alle difficoltà occorse a iniziative culturali legali, solide, radicate e apolitiche, che avendo rispettato la legge sono praticamente ‘morte’ di burocrazia per il ritardo nell’erogazione di contributi pur regolarmente concessi.
In passato, il sindaco Zedda ha minimizzato sulle conseguenze della ‘leggerezza’ di certi suoi atti. Per esempio, quelli relativi alla nomina del sovrintendente del Teatro Lirico gli sono costati un processo per abuso d’ufficio (è stato assolto in primo e secondo grado). Questo dovrebbe forse suggerirgli, nel caso di “Sa Domu”, di agire con maggior cautela e di prendere in considerazione lo sgombero dei locali dell’ex scuola Manno.
Caesar
(admaioramedia.it)