Alcuni giorni di pausa e durante questa notte sono ripresi gli sbarchi nel Sulcis: 42 clandestini algerini in cinque diverse traversate, che portano il totale degli arrivi nell’Isola ad oltre 700 dall’inizio dell’anno.
A Porto Pino (Sant’Anna Arresi), durante la notte, il primo sbarco con 4 nordafricani; alle 4.30, al porto di Teulada altri 12; tre ore più tardi, ancora a Porto Pino, l’arrivo di 11 uomini; in mattinata, alle 10, a Porto Tramatzu (Teulada) individuati 7 clandestini e, alle 11.30, nuovamente a Porto Pino altri 8.
Nel mese di agosto erano sbarcate circa 200 persone, meno della metà dell’agosto 2017, ma è ancora presto per parlare di rallentamento del fenomeno (nel 2017 sbarcarono 1.929 clandestini), sopratutto se si considerano le condizioni meteo di un’estate quantomeno ‘anomala’ e le notizie su alcune operazioni delle forze dell’ordine che rimbalzano dalla costa algerina.
Oltre ad alcune partenze bloccate dalla Guardia costiera nordafricana a poche miglia dalla riva, la recente scoperta di un ‘terminal’ delle barche riservate agli ‘harraga’ (termine dialettale per indicare coloro che partono verso l’Europa in modo irregolare), pronti a partire verso le coste europee. Baracche illegalmente costruite (e poi demolite) lungo la spiaggia Chaabia, 25 chilometri ad est di Mostaganem, anche se la spiaggia prescelta per la Sardegna resta Annaba, più vicina, dove nei primi giorni di agosto, la Polizia algerina ha scoperto e sgominato una rete specializzata nell’organizzazione dei viaggi dei clandestini verso la Sardegna: due le persone arrestate.
Infine, un episodio scoperto, lo scorso 29 agosto, da un aereo da ricognizione gestito dall’Agenzia Frontex rilancia l’ipotesi della ‘nave madre’: un peschereccio tunisino è stato sorpreso mentre trainava, verso le coste di Lampedusa, un barchino con a bordo 14 immigrati, per poi sganciarlo durante la notte ed in acque italiane.
Con l’intervento dei finanzieri del Roan, i sei membri dell’equipaggio del peschereccio sono stati arrestati con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e sono stati trasferiti nel carcere di Agrigento. L’operazione della Finanza ha determinato una protesta a Zarzis, nel sud della Tunisia, dove vivono i sei pescatori arrestati. Infatti, i pescatori avrebbero solamente aiutato gli immigrati a bordo del barchino, che si trovava in difficoltà a causa del maltempo. (fm)
(admaioramedia.it)
2 Comments
Mauro Cara
Bravi i sardi lascino sbarcare ancora cosi si aumenta con la fame cosi i sardi sono obligati a lasciare la loro Terra per sfamarsi e i clandestini si godono quello che i nostri antenati sono riusciti con tanti sacrifici e sudore a costruire bravi pero’ ricordatevi anche signori politici di merda che la torta prima o poi finisci del tutto bravi bravi troppa ignoranza nel territorio
un patriota
Cosa dirà l’Unione Sarda? i suoi giornalisti d’inchiesta, avranno capito che con quei barchini idonei solo per le acque lacustri non potevano attraversare il mare, anche se calmo? Riuscirà finalmente a dare una informazione completa, come si vanta?