Non è trascorso neanche un mese dalla pubblicazione delle foto che immortalavano le strette di mano tra il Sindaco di Macomer Succu e l’ex Ministro dell’Interno Minniti in merito alle rassicurazioni garantite dallo Stato, a guida Pd, sul Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr), e a tutto ciò che dovrebbe ruotare intorno ad esso, che arriva il sollecito del Sindaco al Prefetto di Nuoro, affinché lo Stato rispetti gli accordi.
La preoccupazione che si avverte nel sollecito del sindaco Succu è la conferma di quanto avessimo ragione fin dall’inizio nel condannare una decisione presa a neanche un anno dalla scadenza del Governo centrale e comunale ed un monito alla vittoria sbandierata con toni trionfalistici e al contempo tracotanti dal consigliere Congiu in merito alla ‘deriva populista’ di quanti si sono opposti all’apertura del Cpr. Le sollecitazioni del Primo cittadino di Macomer mostrano un sindaco insicuro, che teme di non vedere rispettati e garantiti i patti stipulati con l’ex Ministro. Abbiamo sempre avuto dubbi sulla bontà delle rassicurazioni date da Minniti e dal Pd, soprattutto alla luce delle fallimentari esperienze dei Cpr (ex Cie, Centri identificazione ed espulsione) ridotti da 13 a 5 in tutta Italia, a causa della gestione difficoltosa degli stessi per le violenze e gli scontri sfociati tra quelle mura. Con il Decreto Minniti si è voluto rinnovarne il nome affiancando il tentativo politico di una maggiore trasparenza. Ma già il fatto che il Sindaco chieda con forza i 200mila euro ministeriali per l’adeguamento dell’illuminazione nei pressi dell’ex Casa circondariale, il sollecito alla Guardia di finanza per il sopralluogo delle strutture concesse in comodato d’uso dal Comune e il rispetto di tutte le garanzie promesse, è il segno evidente dell’errore fatto e ha più il sapore di un risultato non raggiunto ai fini elettorali in vista delle prossime amministrative, piuttosto che il desiderio vero di contrastare l’immigrazione clandestina.
Se la reale preoccupazione del Sindaco è quella di avere in città un Cpr che diventi “una struttura di eccellenza in cui siano garantite sicurezza e umanità” e “il miglior deterrente verso gli sbarchi diretti dai clandestini sulle rotte sarde”, allora questo è il sintomo dell’assenza di una progettualità che guardi al futuro sviluppo e alla ripresa del territorio. La vera rassicurazione, ossia l’unica certezza in termini di sicurezza che l’ex Ministro avrebbe dovuto dare e il Sindaco con la sua maggioranza incassare, era la garanzia della già avvenuta stipula degli accordi bilaterali tra Stato accogliente e Paesi di provenienza dei clandestini. Questa è per Macomer e per tutta la regione la vera garanzia di sicurezza; invece tali accordi non ci sono, i clandestini continuano a sbarcare e presto o tardi verranno modificate anche le clausole di salvaguardia relative al numero di richiedenti asilo ogni mille abitanti, perché anch’esse dipendono dell’entità degli sbarchi sulle coste italiane.
Intanto, la spesa per l’accoglienza prevista per il 2018 è pari a 6 miliardi di euro, i nostri figli scappano, noi invecchiamo e non esiste futuro in prospettiva. Senza gli accordi bilaterali, il Cpr non sarà mai la struttura di eccellenza sognata da Succu, ma rappresenterà solo l’ennesimo ‘non luogo’ in cui si ammasseranno i clandestini vittime del nuovo colonialismo di una certa Europa e della burocrazia infinita dell’Italia. Ma ora Minniti non è più ministro degli Interni, le sinistre non governano più l’Italia. E noi, se premiati alle elezioni dai macomeresi attraverso il voto, chiederemo immediatamente e con forza al nuovo Governo che si insedierà, che questo assurdo progetto sia fermato.
Gina Falchi – Movimento Cristiano Macomer
(admaioramedia.it)