Tutti gli studi statistici concordano sul fatto che la popolazione italiana nel 2065 con altissima probabilità diminuirà sino a toccare 50 milioni, perdendo 7 milioni di cittadini rispetto agli attuali 60,7 milioni. Nel Mezzogiorno e nelle isole il fenomeno sarà ancora più accentuato, con particolare riguardo alle aree più periferiche, coinvolgendo anche la Sardegna.
Dello spopolamento dell’Isola, in particolare delle zone interne, si stanno occupando le commissioni consiliari Autonomia e Bilancio in una seduta congiunta che ha programmato un ciclo di incontri da tenere nelle prossime settimane nel centro Sardegna con sindaci e parti sociali, oltre che con l’audizione del presidente Pigliaru.
Oggi, l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha illustrato i dati Istat sul futuro demografico del Paese: nel 2065 il Centro Nord accoglierà il 71% di residenti, mentre il Mezzogiorno e le Isole arriveranno appena al 29% contro il 34% attuale. L’età media della popolazione, nel 2065, passerà a 50 anni contro gli attuali 44,7 e questo nonostante l’apporto delle migrazioni. “Su questo tema c’è dunque un problema di governance che si deve affrontare – ha detto Erriu – Con azioni volte all’assistenza alle amministrazioni locali, bisogna intervenire sull’abitare, sulla valorizzazione dei centri storici, garantendo il diritto di cittadinanza anche digitale. E’ importante che più di trenta Comuni sardi abbiano già la banda larga mentre in altri duecento circa i lavori siano in corso o stiano per iniziare. Tra le altre azioni, intendiamo procedere poi con il sostegno alla tutela del patrimonio pubblico, favorendo l’agricoltura e nuove forme di identità attraverso l’ospitalità”.
“Non c’è alternativa alla denatalità e allo spopolamento, specie delle zone interne, se la Sardegna non registrerà un massiccio fenomeno migratorio o aumenteranno in modo molto significativo le nascite – ha commentato Roberto Deriu (Pd) – Ritengo sia necessario approvare una legge che aiuti le giovani coppie, realizzare il collegamento ferroviario tra Nuoro e Olbia e mettere in campo azioni concrete di sostegno agli enti locali”.
“Il fenomeno dello spopolamento delle zone interne riguarda comunque tutta la Sardegna – ha aggiunto il presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini – perché spiega i suoi effetti negativi in tutto il territorio e dunque va osservato e contrastato in modo unitario”. In linea con l’altro presidente di Commissione, Francesco Agus: “E’tempo che si affronti questo tema e le relative proposte di legge in modo unitario, cominciando a fornire quelle risposte concrete che sinora sono mancate. E che invece vengono sollecitate dai sardi alla classe politica”.
“Lo spopolamento delle zone si combatte solo se si creano sviluppo e opportunità di lavoro – ha sottolineato Michele Cossa (Riformatori) – Tutte le altre cose sono chiacchiere inutili e già sentite troppe volte. Decenni di interventi assistenzialistici hanno prodotto solo sprechi e non hanno minimamente inciso sul fenomeno. Bisogna fare scelte nette per non disperdere le risorse e realizzare infrastrutture che eliminino le barriere interne ed esterne della Sardegna: un sistema di trasporto pubblico come quello attuale è quanto di più penalizzante esista per l’economia della Sardegna in generale e delle zone interne in particolare; rimborsi fiscali tali da favorire l’insediamento e il consolidamento di attività produttive, valorizzando appieno il territorio e il clima ineguagliabili della nostra Isola. Solo così si può frenare la costante emorragia di giovani che ogni giorno fuggono dalla Sardegna per portare altrove i loro talenti”.
“E’ senza dubbio positivo che il Consiglio regionale, seppure con grave ritardo, cominci ad occuparsi concretamente del dramma dello spopolamento e della necessità di rilanciare le zone interne della Sardegna – ha aggiunto il collega dei Riformatori, Attilio Dedoni – E’ necessario evitare che il metodo di lavoro adottato porti ad una discussione dispersiva che finisca per concludersi con l’ennesimo nulla di fatto. Ad oggi, le Commissioni si trovano sul tavolo svariate proposte di legge di iniziativa consiliare, due delle quali presentate da noi Riformatori. Ancora non è chiaro se anche la Giunta regionale intenda presentare un proprio testo. In assenza di un testo base di partenza, si rischia di diluire il confronto e di raccogliere una mole di proposte sugli aspetti più svariati e distanti tra loro, rendendo impossibile fare sintesi. L’elaborazione di una legge che attui un serio riequilibrio territoriale, puntando sul rilancio delle aree più periferiche e disagiate dell’Isola a partire dal sostegno alla residenzialità, alla natalità e alle attività produttive legate al territorio e alle tradizioni, deve essere la vera priorità di questa legislatura”. (red)
(admaioramedia.it)