Tutti i Sardi di buon senso (e sono molti) sinceramente autonomisti e sostenitori di un federalismo inserito nella cornice dell’unità nazionale dovrebbero spezzare una lancia a favore dei consiglieri regionali Paolo Truzzu e Gennaro Fuoco che, pur partendo da posizioni politiche diverse, non hanno votato l’ordine del giorno del Consiglio regionale di “solidarietà” alla Catalogna.
Per due ragioni. La prima è che, sia pure attraverso un ordine del giorno, è stata espressa da un Consiglio regionale una sorta di ‘censura’ politica ad uno Stato legittimo membro di dell’Unione europea amico dell’Italia, entrando a gamba tesa in un problema di politica estera che la nostra Costituzione (come le altre del resto) riserva giustamente allo Stato.
La seconda è molto più forte della prima. Perché il ‘perno’ dell’ordine del giorno è il riferimento al principio dell’autodeterminazione dei popoli. Che però il diritto internazionale ‘consuetudinario’ prevede in soli tre casi: il rifiuto di un regime coloniale; la presenza di un regime di apartheid; un’occupazione militare esterna. Lo stesso principio, comunque lo si voglia interpretare, è subordinato ad un altro principio, quello dell’integrità territoriale degli Stati.
Per cui, a meno di pensarla come il cardinale Richelieu secondo il quale “la politica è l’arte di rendere possibile ciò che è necessario”, e bisogna vedere cosa si intende per necessario, il Consiglio regionale ha scritto una pagina per certi aspetti comprensibile ma politicamente del tutto inopportuna e giuridicamente scritta sull’acqua.
Poi, sul fatto che sia indispensabile la ripresa di un dialogo politico ed istituzionale fra Stato centrale e Catalogna, siamo tutti d’accordo. Ma è un altro discorso.
SardoSono
(admaioramedia.it)
One Comment
Benedetta Figus
Colossale figura di cacca del Consiglio.