Approvato il Piano straordinario degli scavi archeologici 2017/18, che può contare su 8,4 milioni di euro e prevede campagne di scavi, restauro dei beni archeologici, valorizzazione dei siti e diffusione dei risultati nelle scuole e nelle università per la tutela, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio archeologico presente in Sardegna.
“Il nostro patrimonio archeologico, unico e diffuso in tutto il territorio, è un attrattore formidabile, che può contribuire in misura importante al benessere della Sardegna, portando lavoro e sviluppo anche nelle zone interne – ha detto il presidente Pigliaru – Far diventare realtà questo grande potenziale era un obiettivo di legislatura e oggi, con questo investimento, stiamo facendo un passo avanti decisivo nella direzione giusta. E’ tempo di mettere a valore, nella maniera migliore, l’eredità culturale che caratterizza in modo così forte l’identità della nostra regione. La particolare conformazione del panorama archeologico sardo si presta alla creazione di percorsi di qualità certificata, che devono essere definiti con chiarezza, messi in evidenza e ben gestiti. E’ la condizione necessaria per far sì che intorno si creino sempre più attività e servizi, per rendere fruibile al meglio e in tutta la sua imponenza quello straordinario museo a cielo aperto che è la Sardegna archeologica”.
Per il 2017 erano già stati stanziati 1 milione 900mila euro dalla Giunta Pigliaru, mentre per il 2018 ammontano a 6 milioni 500mila. Si potrà intervenire su 76 importanti siti archeologici nei diversi comuni dell’isola, che sono stati individuati e scelti in base alle richieste di finanziamento presentate dagli stessi enti locali, e le segnalazioni da parte del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Le Soprintendenze competenti per territorio hanno provveduto sia alla verifica della fattibilità dei lavori dal punto di vista tecnico scientifico, sia alle concessioni di scavo.
“E’ il più ingente e strutturato piano di scavi archeologici che la Regione abbia messo in campo – ha sottolineato l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena – In collaborazione con gli enti locali, la Soprintendenza e il Mibac, abbiamo individuato i siti in base alle emergenze e urgenze di intervento per preservarlo e soprattutto valorizzarlo: dal cantiere di scavo al museo, è stato curato ogni passaggio perché tutto possa essere fruibile all’utente che voglia godere del nostro vastissimo e ricchissimo patrimonio. Investire sul patrimonio culturale, materiale e immateriale è importante per il rilancio e la crescita economica dei territori dell’isola. La Sardegna, secondo i dati statistici diffusi dal Mibac, è tra le Regioni d’Italia che è cresciuta maggiormente per consumo di beni (+7,6% nel primo semestre 2018) ed è tra le prime dieci Regioni per visite a scavi e siti archeologici. Un risultato che ci rende orgogliosi e gratifica gli sforzi messi in campo”.
Gli obiettivi sono principalmente la tutela e la valorizzazione del bene archeologico, anche nell’ottica della salvaguardia del territorio, e ancora in quanto patrimonio della collettività e risorsa strategica e dell’identità culturale della comunità nella quale si trovano, oltre a rappresentare un attrattore turistico-culturale. Valorizzazione per preservare il bene da ogni punto di vista: attraverso restauri, messa in sicurezza, potenziamento e arricchimento del patrimonio passando per la ricerca scientifica e la corretta comunicazione, e di conseguenza la predisposizione di supporti per la visita e la fruizione del sito. Gli interventi riguardano tre epoche storiche: prenuragico, nuragico e medievale giudicale. I progetti prevedono che una quota del finanziamento, non inferiore al 5%, sia destinata a scopi didattici e divulgativi a beneficio delle comunità locali e soprattutto dei ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. (red)
(admaioramedia.it)