Dal 1° gennaio 2018 è partita ufficialmente l’Azienda regionale emergenza urgenza sarda (Areus) con la presentazione del direttore generale, Giorgio Lenzotti, che ha preso posto nella sua scrivania a Nuoro, sede della neonata Azienda, data in convenzione dal Comune per 40mila euro annui, oltre al restauro di impianti elettrici, di condizionamento, di riscaldamento, idrici e murari.
La gestione dell’Areus non ha finora incontrato molti consensi e Paolo Truzzu, capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia, ha redatto un dossier ricco di disfunzioni e problemi: “E’ una scatola vuota, nata come risposta di logica clientelare, senza dare adeguate risposte ai cittadini. Sembra che si debba occupare soltanto del servizio dell’elisoccorso, ma solo operativamente, perché amministrativamente è ancora in carico all’Ats”.
Nella sede nuorese lavora in gran parte personale a chiamata diretta proveniente dall’Asl unica regionale, ma, secondo Truzzu, “non è in condizione di operare, in quanto a tutt’oggi l’Areus non ha acquisito dall’Ats regionale nessun operatore dell’ex Servizio 118 (operatori delle Centrali operative di Sassari e Cagliari, operatori dei mezzi medicalizzati, autisti, medici e infermieri, operatori dei mezzi infermieristici, autisti, soccorritori e infermieri), né le convenzioni per il soccorso di base con associazioni e/o cooperative, né i mezzi di soccorso, né i fabbricati, locali o strutture in cui gli operatori 118 lavorano”. Inoltre, non è ancora chiaro chi sarà dipendente Areus e chi sarà solo convenzionato: “Mancano indicazioni dall’Assessorato regionale della Sanità”.
“L’Ats – ha sottolineato esponente di FdI – dedica tutti i suoi sforzi e obiettivi alle proprie strutture e al proprio personale, trascurando tutto ciò che invece è dedicato all’Areus, quindi non assume, non fa acquisti, non fa selezioni, non nomina i direttori sostituti per le Centrali operative, non ha mai bandito la selezione per direttori di S.C. Centrale operativa di Cagliari e Sassari, non paga regolarmente le spese: per esempio, dei corsi di formazione già espletati lo scorso anno, potenziamento estivo 2017, associazioni convenzionate 118 per Assl di Sassari”. Medici. “Mancano due/tre medici nelle Centrali operative di Sassari e Cagliari, oltre 30 medici nelle postazioni medicalizzate e una ventina di infermieri tra Centrali e postazioni territoriali”. Mezzi. “Le Assl di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Nuoro e Oristano sono totalmente senza ambulanze efficienti e in altre Assl quelle presenti sono in riparazione continua”.
Altra pagina dolente, nonostante l’entusiasmo sbandierato dalla Giunta regionale, quella dell’elisoccorso: “Mancano le ambulanze, ma si pensa in grande e si inaugura un servizio regionale che costa tanto, ma è poco efficiente. Attualmente sono presenti 3 elibasi, una ad Alghero una ad Elmas ed una ad Olbia (le prime due h12, l’altra h24), per una spesa di circa 60 milioni di euro in 8 anni. Inoltre, per le basi aeroportuali l’Areus paga un affitto di circa 900mila annuo per le tre basi: 7 milioni e 200mila euro totali per 8 anni. Le basi, peraltro, sono soggette a problemi legati al traffico aereo ed ai limiti dell’accessibilità negli aeroporti, pesando ulteriormente su costi e disagi”.
Secondo Truzzu, “sarebbero state sufficienti due basi baricentriche nel Nord Sardegna (Chilivani o Ardara-Mores), già pronta, solo da completare, nel Sud (Monastir), da costruire, ma che diventerebbe anche questa di proprietà aziendale. Con un risparmio di circa 3 milioni di euro l’anno ed una base in meno da gestire. Così da poter mettere a regime i mezzi medicalizzati su gomma. Servirebbero almeno 48 mezzi medicalizzati contro i 26 attuali, ma per necessità mediatiche si parla solo del servizio di ‘elishowccorso’ “.
“Il sistema dell’emergenza urgenza in Sardegna va urgentemente ripensato – ha concluso Truzzu – serve un’Azienda pienamente operativa anche per intervenire su problematiche croniche quali l’invecchiamento del personale medico dedicato e l’assenza di ricambio, attraverso idonei interventi formativi e il superamento di una condizione di continua incertezza che rende difficile il lavoro di medici e operatori e consente ai vertici della sanità sarda di operare scelte discrezionali”. (fm)
(admaioramedia.it)