“Costituita il 5 dicembre 2018 come società consortile a responsabilità limitata, per l’attuazione del progetto di sperimentazione gestionale autorizzato con Deliberazione della Giunta Regionale della Sardegna, finalizzata a sviluppare la gestione di servizi relativi all’attività sanitaria e socio-sanitaria, sia assistenziale sia di supporto a questa”. Così, nel sito ufficiale, si presenta “Sas Domos”, l’ultima creatura nata in ‘casa’ Pigliaru-Arru-Moirano, dopo la decisione dell’Esecutivo regionale di rescindere la convenzione con l’Aias (Associazione italiana di assistenza agli spastici), che da oltre quarant’anni si occupava di assistere migliaia di pazienti nei 46 centri con oltre 1.000 dipendenti e tanti problemi nel regolare pagamento dei loro stipendi.
I dubbi sollevati dall’opposizione in Consiglio regionale sono cresciuti man mano che la società pubblico/privata ha cominciato a prendere corpo: “Sempre più fitta la coltre di mistero che avvolge i rapporti tra Ats e Sas Domos – ha commentato Attilio Dedoni dei Riformatori – La società si candida a diventare una sorta di ‘Ats ombra’, che potrà gestire gran parte delle attività sanitarie in Sardegna senza la trasparenza richiesta a un soggetto pubblico”.
L’attenzione dell’ex consigliere regionale, questa volta, si è incentrata sulla chiusura, nei giorni scorsi, della procedura per la presentazione delle ‘manifestazioni di interesse’ per i numerosi profili professionali ricercati per l’avvio delle attività: dai medici (neurologi, fisiatri, ortopedici e direttori sanitari) agli psicologi, passando per infermieri, operatori socio-sanitari, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, animatori, autisti e impiegati. “La procedura – ha osservato Dedoni – si è svolta esclusivamente online, attraverso una pagina Internet registrata a nome ‘Ats Sardegna’, su cui campeggiava il logo dell’azienda regionale, ospitata su un sito gestito da una società della provincia di Treviso. Il bando per la selezione, pubblicato sul sito Internet dell’Ats, è invece a nome ‘Sas Domos’ e reca in calce la firma dell’amministratore unico della società consortile, Luigi Minerba (che compare nel sito insieme al nome del revisore legale, Aldo Cadau, ndr). In un quadro così confuso, sarebbe utile che Minerba e il dg Moirano facessero chiarezza su chi sia il soggetto titolare della selezione, chi esaminerà i candidati, chi ha stipulato il contratto con la società informatica che ha gestito la procedura e come quest’ultima è stata individuata”.
Su questioni inerenti il personale destinato a ‘Sas Domos’, era intervenuto anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, che aveva notato come dirigenti e dipendenti venissero “prestati dall’Ats col compito di assumere senza concorso oss e personale medico. A parte qualche dubbio di opportunità, dimostra come la società sia una scatola vuota dove manca il socio privato, che viene riempita da personale pubblico. Siamo all’assurdità di assegnare lavoro privato tramite un soggetto pubblico, per mettere in atto una progressiva privatizzazione del sistema sanitario a solo scopo clientelare”. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)