Da ormai tre anni, Cagliari è ostaggio di un gruppuscolo estremista, poco rilevante dal punto di vista numerico, ma beneficiario di numerosi e potenti appoggi politici e istituzionali, che si identifica nella sigla del «Coordinamento antifascista cagliaritano» e che ha la propria base operativa nel centro sociale occupato «Sa Domu».
Il 12 dicembre 2014, un gruppo di circa 100 antagonisti anarchici, separatisti e della sinistra radicale, approfittando di una manifestazione sindacale, occupava un immobile in via Lamarmora 126, di proprietà comunale, che, pur non essendo al momento utilizzato, aveva come destinazione d’uso quella di edificio scolastico. Nonostante la palese illiceità dell’atto, l’intervento dei vertici politici del Comune (il sindaco Massimo Zedda) e della Regione, entrambi di centro-sinistra, a favore degli occupanti, impediva alle Forze dell’Ordine di procedere allo sgombero e alla restituzione all’ente legittimo proprietario. Si formava così «Sa Domu», il centro sociale autogestito di Cagliari che da allora è diventato, con l’aperto sostegno della Giunta comunale, la base operativa del «Coordinamento Antifascista Cagliaritano». Un gruppo estremistico affine a tanti altri presenti nelle città italiane, che prima di poter godere dell’appoggio della sinistra di governo non era mai riuscito ad affermare una presenza significativa in città.
Non è dato capire perché le autorità competenti non abbiano provveduto ad avviare lo sgombero ed a contestare eventuali fattispecie penali. Grazie agli innegabili appoggi istituzionali di cui gode, «Sa Domu» è diventata un centro di estremismo politico da cui sono partite attività miranti a intimidire intere categorie, quali i militari di stanza in Sardegna (uno dei loro principali settori è la protesta antimilitarista), oppositori politici ed a impedire loro l’esercizio delle libertà di riunione e di associazione. La sinistra antagonista cagliaritana si è resa responsabile di aggressioni fisiche a oppositori politici (il caso di Daniele Caruso, allora esponente di “Noi con Salvini”, che a seguito di un’aggressione nel 2016 subì la lesione del timpano auricolare) e del tentativo violento di impedire riunioni, conferenze, presentazioni di libri e, recentemente, l’inaugurazione della sede cagliaritana di Casapound Italia. Tra gli altri episodi, le minacce al professore di ingegneria, Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale Sardo, e le scritte inneggianti alle Foibe.
Quanto all’immobile di via Lamarmora, l’omissione di intervento e di vigilanza da parte del Comune di Cagliari potrebbe configurare gravi responsabilità a carico degli amministratori e dei dirigenti comunali. Infatti, la mancata utilizzazione secondo la destinazione d’uso e la mancata messa a reddito da parte del Comune di un proprio immobile, nonché l’eventuale erogazione a carico del Comune delle utenze (acqua, luce) per l’immobile e gli eventuali danni cagionati dall’occupazione, comportano un danno patrimoniale con conseguente responsabilità per danno erariale. Nel silenzio delle autorità preposte, presso «Sa Domu» si svolgono numerose attività economiche rivolte al pubblico: somministrazione di alimenti e bevande, svolgimento di pubblici spettacoli, attività sportive, attività di pernottamento e soggiorno, mercatini pubblici con vendita di merci varie. Tutto ciò avverrà conformemente agli obblighi tributari e in materia di lavoro, previdenza e sicurezza, col pagamento dei diritti spettanti agli organi competenti, in osservanza dei regolamenti e delle autorizzazioni comunali?
Infine, come se non bastasse, lo scorso 8 gennaio 2018, sulla pagina Facebook del «Coordinamento Antifascista Cagliaritano» è stato pubblicato il comunicato integrale che fu diramato dai “Nuclei armati di contropotere territoriale” dopo la strage di Acca Larentia a Roma del 7 gennaio 1978: «Un nucleo armato ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga…».
Una condivisione (poi scomparsa dal social in seguito alle numerose segnalazioni) che dovrebbe costituire un grave campanello d’allarme, che sembra auspicare un innalzamento di livello nello scontro politico, secondo la prassi di antifascismo militante continuamente rivendicata dal gruppo estremista del capoluogo sardo. Ne sono coscienti i politici della sinistra istituzionale, a cominciare dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che hanno permesso e incentivato la presenza illegale di «Sa Domu» e del «Coordinamento antifascista cagliaritano» in un immobile comunale? Ne è cosciente l’opposizione di centro-destra nel Consiglio comunale di Cagliari, troppo blanda sulla questione? Se dalle parole e dalle minacce sconsiderate si passerà tragicamente a fatti di ben altra rilevanza, i politici locali e le autorità preposte alla giustizia e alla sicurezza non avranno qualcosa da rimproverarsi per aver permesso che nella tranquilla (una volta) città di Cagliari potesse svilupparsi questo bubbone di illegalità, di estremismo e di violenza?
Salusio
(admaioramedia.it)