Tornano agli onori della cronaca, gli arcinoti estremisti di sinistra, già segnalatisi a Cagliari per episodi di violenza e di intolleranza, anche con scritte minacciose sui muri della città, a partire dal 2014, dopo che la Giunta comunale del sindaco Massimo Zedda, attuale candidato governatore del centrosinistra alle elezioni regionali del 24 febbraio, non ha battuto ciglio dopo l’occupazione di uno stabile comunale (una scuola) nello storico quartiere cittadino di Castello.
Questa volta, gli esponenti del Coordinamento antifascista cagliaritano, che ha sede nel centro sociale occupato Sa Domu, si sono travestiti da ‘studenti medi’ per infiltrasi nella protesta dei pastori sardi sul prezzo del latte. Non tanto preoccupati nell’appoggiare i pastori nelle loro sacrosante rivendicazioni – che peraltro nascono dalle difficoltà legate ad un contesto di liberismo sfrenato, frontiere indiscriminatamente aperte, globalizzazione dei mercati, prevaricazioni dell’Unione europea e negazione della sovranità nazionale, che proprio costoro hanno sempre odiato e combattuto – bensì di ricacciare indietro il loro ‘orologio’, vittime della loro costante ossessione: l’antifascismo.
La prima puntata è stata mercoledì mattina (13 febbraio), in occasione della manifestazione studentesca di solidarietà coi pastori, quando alcuni estremisti avevano aggredito una ragazza, rappresentante d’istituto dell’Istituto alberghiero Azuni di Cagliari e militante del Blocco studentesco (organizzazione studentesca di CasaPound), tentando di rubare lo striscione di solidarietà realizzato dagli studenti della sua scuola. Solo l’intervento di altri ragazzi del Blocco studentesco aveva scongiurato la loro azione, lasciando lo striscione ben visibile nel corteo fino all’arrivo davanti al Consiglio regionale. Poi, venerdì pomeriggio, la stessa studentessa, invitata al Parco della Musica per partecipare ad una riunione studentesca sull’organizzazione delle prossime manifestazioni a favore dei pastori, veniva contestata dai soliti noti, che decidevano non fossero graditi i rappresentanti del Blocco studentesco. Finita la riunione, mentre la ragazza e gli altri militanti del Blocco erano fuori dal Parco, scattava l’aggressione di un gruppo con caschi, volti coperti, armati di bottiglie e ombrelli.
Nelle immagini girate e postate in rete si vedono i giovani del Blocco che stanno andando via, fuori dal Parco della Musica, l’arrivo degli antifascisti e si sente distintamente il rumore della bottiglia lanciata, poco prima dell’aggressione.
Dopo l’episodio, come consuetudine, è arrivato il maldestro tentativo di recitare il ruolo di ‘vittime’ da parte degli antifascisti, che a nome di un sedicente Fronte della gioventù comunista hanno parlato di ”alcuni ragazzi che stavano arrivando” alla riunione e sarebbero stati “aggrediti dai militanti del Blocco studentesco”. Purtroppo, si tratta di estremisti oramai ben noti alle forze dell’ordine, che, pur non appartenendo al mondo della scuola, si infiltrano in riunioni studentesche per esercitare intimidazioni e violenze. Anche in questo episodio, le cattive intenzioni erano facilmente intuibili dall’armamentario del gruppo: bottiglie, ombrelli e caschi. Inoltre, all’arrivo delle forze dell’ordine, i presunti aggrediti sono praticamente fuggiti, mentre i ragazzi del Blocco sono rimasti sul posto e nessuno di loro è stato fermato, mentre l’unica denuncia, come riportato dai quotidiani, è a carico di un estremista di sinistra. Se un tempo, questi violenti, fortemente protetti e coccolati da politica e media, erano maestri di disinformazione e riuscivano a farla sempre franca, oggi, nonostante siano ancora ‘servi sciocchi’ e godano di simpatie nelle stanze del potere, non sembrano più capaci a confezionare neanche una frottola minimamente credibile.
Salusio
(admaioramedia.it)