Nei mesi scorsi, la scoperta di un focolaio della peste suina africana in Belgio (uccisi 4.000 maiali da allevamento), paese che esporta suini vivi e carni fresche e lavorate anche in Italia (valore di oltre 52 milioni di euro). Poi, a gennaio, la notizia che in Danimarca era in corso la costruzione di una rete metallica di 70 chilometri per evitare che i cinghiali tedeschi, portatori sani di peste suina africana, potessero contagiare gli allevamenti danesi, che esportano carni suine per 14 miliardi di euro l’anno. Peraltro, anche i tedeschi esportano in Italia.
Notizie che da mesi hanno rilanciato le polemiche sul divieto, ancora vigente, di esportazione per le aziende sarde. Una richiesta ufficiale al Governo nazionale era stata fatta ad ottobre, alla Camera dei deputati, durante la discussione sulla legge sui prodotti a ‘km 0’ e sulle filiere: Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia, aveva presentato un ordine del giorno per impegnarlo a chiedere all’Europa di mettere fine all’embargo delle carni suine e dei prodotti della filiera, che da anni provoca centinaia di milioni di danni ad oltre 450 aziende sarde. Ma il documento era stato dichiarato inammissibile perché estraneo al progetto di legge.
Oggi, durante il dibattito sul decreto emergenze agricole alla Camera, approfittando di un emendamento ad un testo riguardante gli aiuti al settore suinicolo, la richiesta di stop all’embargo è stata rinnovata: quindici deputati di Fratelli d’Italia sono intervenuti, uno dopo l’altro, per chiedere al Governo di “esigere, finalmente, la rimozione dell’embargo delle carni suine sarde che l’Unione europea impone da anni per contrastare la peste suina”.
“Dopo anni di veri e propri sacrifici, in Sardegna è stata fortemente limitata la presenza di questa malattia, con tante sofferenze affrontate dagli allevatori sardi – ha sottolineato Deidda – Il Governo aveva assicurato che l’embargo sarebbe stato rimosso, ma ancora oggi è vigente. Per questo motivo i nostri prodotti e la filiera è fortemente limitata e non si può valorizzare in tutte le sue potenzialità. Anche i colleghi deputati sono intervenuti intervenuti per ribadire che l’embargo deve cessare, considerato che in tante altre zone d’Europa la peste suina è presente ed è molto più impattante, ma non è stato adottato analogo trattamento”. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)