Quando i tempi si fanno difficili e le nubi cupe s’addensano all’orizzonte, si possono fare due cose: stare fermi a guardare il temporale confidando nel ‘Fato’ benevolo oppure prendere l’ombrello e trovare riparo dalla pioggia.
Questo esempio può essere applicato a tutti i fatti che ci impongono dei cambiamenti e soprattutto alla nostra capacità di governarli. Così può essere che, come previsto, l’annuncio del declassamento di tutto gli ippodromi sardi (Chilivani, Sassari e Villacidro non avranno più l’abilitazione alle corse) pronunciato, lo scorso 31 dicembre, dal Ministero delle Politiche agricole, nonostante i buoni propositi, sia stato lasciato cadere nel vuoto e nessuna azione politica regionale o nazionale ha condotto ad una loro riclassificazione. Nessuna contrattazione è arrivata in porto e un sottosegretario, Giuseppe Castiglione, siciliano di Bronte, non rieletto nella lista del ministro Lorenzin, ma ancora al Governo, è rimasto fermo sulla posizione del declassamento.
Dalla Regione Sarda non sono arrivate notizie di azioni eclatanti da parte dell’assessore dell’Agricoltura Caria e del presidente Pigliaru nei confronti del Ministero, quasi che si fosse scelta la via dell’attesa risolutrice del ‘Fato’ benevolo. La seconda opzione, invece, l’ombrello, lo utilizzeranno a turno il ministro Martina, l’assessore Caria, il sottosegretario Castiglione e il presidente Pigliaru per ripararsi dal sole, durante il viaggio verso Samarcanda, dove centinaia di operatori del settore ippico della Sardegna, senza più lavoro, li manderanno a breve.
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)