Pochi giorni fa, il giornale inglese “The Guardian” ha pubblicato un articolo sulla Sardegna che ha attratto l’attenzione ed i commenti di tante persone in tutto il mondo: semplici appassionati quanto archeologi e lettori comuni. Curiosi di capire il motivo d’interesse verso la Civiltà Sarda da parte dei conterranei del notissimo scrittore David Herbert Lawrence, il quale definì l’Isola come “libertà stessa”.
Ma già dal 2010, in Sardegna, studi accuratissimi da parte di Sardi e non, ed in particolare nello splendido documento di Giorgio Valdes (“Atlantide e Tartesso tra mito e realtà”), si chiedevano, con dovizia di particolari, precisi riferimenti bibliografici, ricerche minuziose e sapiente linguistica/toponomastica ed antropologia, oltre a conoscenze geografiche ed astronomiche del passato e del presente, quale fosse veramente il Popolo delle Torri. Il perché, prima di loro, della presenza di tanti monumenti megalitici e di tipologie edilizie negli insediamenti abitativi (innumerevoli), nei luoghi di culto (includendo in essi sia le Domus de Janas, sia le Tombe dei Giganti, sia i Pozzi Sacri, i Betili, i Dolmens, i Santuari veri e propri, come Romanzesu, Bitti o Sa Sedda ‘e Sos carros ad Oliena o Serri, Santa Vittoria etc.) di fattezza tale da rivelare conoscenze ingegneristiche, idrauliche, architettoniche, geologiche, astronomiche davvero strabilianti che lasciano senza fiato gli appassionati e gli studiosi tutti.
Dalla Sardegna ad oltre Oceano è un mistero che avvince, attira, intriga e che apre alla volontà di conoscere e sapere, quanto a quella di divulgare ed informare sempre più il mondo intero, sulla Civiltà tanto evidente di un’Isola che isolata, non ha, però, mai avuto la pretesa di isolarsi, ma ha avuto e deve riconquistare la coscienza e l’orgoglio di farsi conoscere e di rivendicare il ruolo culturale e di enorme importanza storico-economica che le compete.
Per farlo, il social e appassionati, hanno, recentemente attratto maggiormente l’attenzione di tanti, mediante la creazione e la produzione di mappature dei monumenti e addirittura di applicazioni (come Geoportale Nurnet), articoli, testi, interrogativi, creando azione diretta e collaborazione volontaria (come lo splendido caso di Nurnet – la Rete dei Nuraghi, che ha anche pagine facebook in lingua inglese, tedesca, francese, spagnola, catalana e sarda, e nel gruppo facebook Archeologia della Sardegna, che registra, oggi, più di 14.000 iscritti.
Essi non si limitano – pur non recependo fondi dagli enti locali preposti alla cultura ed al susseguente indotto economico a livello turistico, archeologico, enogastronomico, naturalistico – a postare, a divulgare. E’ un crescendo di iniziative, azioni concrete, come, non ultima, l’acquisto, mediante la classica ma stavolta generosa colletta di appassionati, dei 4 bronzetti in vendita a Londra, come già tanti di essi in passato, purtroppo, ad un’asta di cui si è venuti a conoscenza quasi per caso. La collaborazione e l’odierna tecnologia d’altissimo livello, oggi, hanno perfino consentito di riproporre, addirittura, mediante strumentazioni, mezzi adeguati e video subacquei, nuraghi e insediamenti in fondo all’acqua, coperti da invasi importanti (Lago del Cuga).
Forse, amministrazioni politiche più competenti, consapevoli ed attente, non tralascerebbero segnali importanti quali l’aumento del flusso turistico straniero in Sardegna e non solo sulle spiagge, esponenziale, rispetto alla passata stagione 2014. Le cifre riportate fino ad oggi parlano chiaro: 167% in più di Tedeschi, 157% Inglesi ed un ottimo 77% in più dall’America (dati aeroportuali nei principali aeroporti sardi). Il tesoro è enorme e non ci si accorge di possederlo da sempre. Se la Sardegna non era Atlantide, sicuramente ha tutti i numeri per diventare una terra ricca, magica non solo nei propri monumenti, ma nelle tradizioni e carattere della propria gente, nel proprio patrimonio naturalistico ed ambientale, nella propria lingua e nei misteri che la pervadono, come sangue nelle vene di un essere vivente. Una continua e sbalorditiva scoperta, dal minuscolo particolare di un pugnale alla maestosità di enormi dolmen e di torri che svettano alte contro il cielo, mute spettatrici che pur raccontano.
Ornella Corda – socia fondatrice di "Nurnet – la Rete dei Nuraghi" e redattrice delle pagine facebook "Nurnet English" e "Per i bambini Sardi la scoperta della storia scomparsa"
(admaioramedia.it – Foto di Nicola Castangia)
31 Comments
enricocuz
RT @admaioramedia: L’interesse inglese verso la Civiltà della Sardegna: una terra ricca e magica (Ornella Corda) http://t.co/avtPkaIHjX
stefano_lilliu
RT @admaioramedia: L’interesse inglese verso la Civiltà della Sardegna: una terra ricca e magica (Ornella Corda) http://t.co/avtPkaIHjX
Tommy Ledda
Dopo arabi, spagnoli e marmaglia sabauda anche questi ci devono colonizzare?
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