Andate a pranzo nelle regioni serie, tipo il Piemonte, per non parlare della Francia, e vedrete che nei ristoranti il carrello dei formaggi è il principe della tavola. Nei ristoranti sardi, invece, il formaggio dovete chiederlo e non è raro che vi offrano del grana padano.
In verità, l’industria casearia propone quattro o cinque tipi di formaggio: romano, fiore sardo, pecorino sardo. Anche casizzolu (fatto in gran parte con filante congelato tedesco). Eppure la Sardegna, tradizionalmente, produce formaggi straordinari: da “sa Fresa” del Marghine, al semicotto caprino e ovino dell’Ogliastra, da “sa Trizza” di Santu Lussurgiu a “su Casu in filixi” di Seulo.
Diciamo la verità, l’industria casearia produce formaggi dozzinali, non sa fare marketing e i ristoratori non aiutano. Risultato: una forma di Castelmagno piemontese di meno di 5 chili costa 200 euro all’origine. Per non parlare dei costi proibitivi dei caprini francesi. I sardi sono, come al solito, pocos, y locos, y mal unidos.
(admaioramedia.it)