Si respira ottimismo nelle stanze di viale Trento durante la presentazione della manovra finanziaria per il 2016: ”L'economia della Sardegna dopo anni di ciclo negativo ha ripreso un percorso di crescita che si rafforzerà nel 2016 con un aumento stimato del Pil dell'1% – ha detto il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru – In questo contesto, supportato dalla certezza delle entrate grazie alla chiusura della decennale ‘Vertenza con lo Stato’ e dal poter spendere tutte le risorse in conseguenza dell'abolizione del patto di stabilità (oltre 600 milioni di euro in più nel 2015 al netto della sanità), si innesta la Finanziaria 2016”. Una manovra da 7 miliardi e 400 milioni di euro con investimenti nelle politiche di crescita: per l'Istruzione sono disponibili 252 milioni; 212 per il Lavoro; 512 per la Competitività del sistema produttivo; 398 per la Protezione dell'ambiente; 512 per Infrastrutture ed Agenda digitale; 538 per la Mobilità.
"È una manovra decisiva per la legislatura e per la Sardegna – ha sottolineato il presidente Pigliaru – Con risorse importanti che serviranno a mettere in sicurezza e a riformare la Sanità e a sostenere lo sviluppo della Sardegna. In un momento in cui è cruciale rinforzare i segnali positivi che nel 2015 hanno caratterizzato l'economia isolana, con più crescita, più lavoro, meno disoccupazione".
Confermata la programmazione unitaria delle risorse regionali, statali e comunitarie: "Questo permette di dare forte impulso e accelerazione alla spesa dei fondi europei da subito, evitando così le corse contro il tempo per salvare finanziamenti all'ultimo momento – ha spiegato l'assessore regionale del Bilancio, Raffaele Paci – Stiamo parlando solo per il 2016 di oltre 600 milioni di euro che si sommano alle risorse regionali. Altro tassello importante sono le infrastrutture: quest'anno verranno spesi 127 milioni di fondi dal mutuo infrastrutture e oltre 400 di fondi statali Fsc. Un piano imponente di opere pubbliche che oltre a ridurre il nostro storico gap infrastrutturale rilancerà la domanda interna dando un'accelerata all'economia regionale che finalmente conta posti di lavoro in più e meno disoccupazione: segnali positivi, ma che vanno rafforzati perché la mancanza di lavoro resta comunque il problema più grave".
Sulla manovra aleggia il fantasma del risanamento del debito in Sanità, alla quale, includendo le Politiche sociali, verranno destinati 3 miliardi e 687 milioni di euro, risorse quasi interamente provenienti dal bilancio regionale, più 57 milioni di Fondi Fsc per investimenti nella rete ospedaliera. Sono stati destinati 350 milioni in più rispetto al 2015 per affiancare il piano di risanamento approvato in dicembre dalla Giunta, che prevede oltre ai tagli di spesa anche quello che la Giunta chiama “un sacrificio temporaneo a imprese e cittadini più abbienti” con l’aumento dell'aliquota Irpef, per i redditi da 30mila euro in su, e del’Irap.
"Siamo consapevoli che anche la Sardegna deve contribuire al risanamento del debito pubblico nazionale, come affermato dalla Corte costituzionale in più sentenze – ha aggiunto l’assessore Paci – Ma importi e durata degli accantonamenti imposti devono essere ridiscussi alla luce delle nuove funzioni acquisite dalla Regione in campo sanitario (Lea aggiuntivi, farmaci innovativi, integrazioni dei contratti collettivi nazionali) che comportano una spesa ulteriore compensata da maggiori trasferimenti solo nelle Regioni a Statuto ordinario. Perciò stiamo chiedendo al Governo la riduzione degli accantonamenti per la Sardegna". (red)
(admaioramedia.it)
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