Da Roma arriva il diktat governativo per i tagli da fare in tema di punti nascita con meno di 500 parti all’anno e poi la Giunta Pigliaru dovrebbe completare l'opera con le 'sforbiciata' ai servizi ed alla spesa sanitaria. I punti nascita già chiusi o in chiusura sono quelli degli ospedali di Isili, Ghilarza, Bosa, Muravera ed Ozieri, a rischio sarebbero quelli di Alghero (intorno ai 400 e potrebbe avere una deroga), Lanusei (ma l'isolamento dell'Ogliastra fa pensare ad un'ulteriore deroga), Tempio (nel 2015 appena 260) e La Maddalena (lontano dai 100, ma 'caso 'speciale' in attesa dell'elisoccorso), mentre nel Sulcis si è già provveduto al taglio di Iglesias.
“Non dobbiamo sottostare alle decisioni del Governo – ha detto Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia – Non si può pensare di sopprimere i punti nascita in un’isola già penalizzata dalla mancanza di collegamenti agevoli. C’è un’altra nota dolente, siamo in forte ritardo sul decollo dell’Azienda regionale per l’emergenza urgenza, vista la carenza del servizio di elisoccorso per soddisfare tutte le esigenze dell’Isola”.
"La decisione del Ministro della salute Lorenzin di imporre per legge la soppressione dei punti nascita in Sardegna è di una gravità inaudita – ha protestato Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz – Stiamo assistendo ad un vero e proprio arretramento dello stato sui diritti essenziali per i cittadini e la nostra regione è colpita come mai prima d'ora da riforme ingiuste fatte solo di tagli basati sui soli freddi numeri. Occorre ribellarsi e il presidente Pigliaru, insieme all'assessore Arru, dovrebbero mettere in piedi azioni politiche forti e determinate, anche clamorose se necessario. Da consigliere eletto nel sassarese, è fortissima la preoccupazione per l'annunciata chiusura del punto nascita di Ozieri, dove la sanità locale è stata già indebolita dal riordino del sistema sanitario".
Maggiore soddisfazione, invece, per Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, visto che il suo Sulcis mantiene almeno un punto nascita: "Alla luce dei 508 parti del 2015, si rispetta pienamente lo standard di 500 imposto dal Ministero. Ma non ci basta: occorre stabilire una sede eletta, tra Carbonia e Iglesias, che soddisfi le esigenze della popolazione del territorio. E' necessario considerare un insieme di fattori, che invece sembrano essere stati ignorati dal commissario della Asl 7 Onnis, indirizzato verso il Cto di Iglesias. Preferenza incoerente rispetto alle esigenze dei cittadini della provincia. Infatti, il bacino più ampio è il Basso Sulcis (circa 50mila abitanti), un’area molto più vicina all’ospedale Sirai di Carbonia (dove attualmente è attivo il punto nascite). Si tratta di guardare alla realtà dei fatti, osservando i numeri e la provenienza delle donne che si apprestano a dare alla luce i propri figli. E a ben vedere, se si considerano i fattori determinanti la scelta, Carbonia sarebbe la valutazione più logica". (red)
(admaioramedia.it)
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