Un altro arresto nell’ambito delle indagini per la rapina al furgone portavalori dell’Istituto Vigilanza Sardegna, avvenuta il 21 marzo 2014 nella strada statale 131 a Serrenti e che aveva fruttato un bottino di circa 6 milioni di euro. Ieri pomeriggio, dopo il fermo della guardia giurata di Cagliari (G.L.), gli agenti della Squadra mobile hanno fermato, su ordine della Dda di Cagliari, S.P., 47enne desulese, residente ad Elmas.
La rapina era avvenuta, intorno alle 15, ad opera di un commando di almeno 7/9 persone, armate e mascherate, che avevano fermato il furgone portavalori, che, insieme ad una altro blindato di scorta, era partito dalla sede di Cagliari diretto a Nuoro con un significativo carico di denaro. All’altezza del km 37 della 131, il furgone era stato costretto ad arrestare la marcia da un autoarticolato che aveva ostruito la carreggiata, ponendosi di traverso. Contemporaneamente anche il blindato di scorta era stato bloccato da due auto che lo seguivano. A quel punto, i due furgoni erano stati circondati dai rapinatori che avevano intimato alle guardie di scendere dai mezzi: in tre si erano occupati del primo furgone e, per rendere più efficace la propria azione e vanificare qualsiasi reazione, avevano sparato a distanza ravvicinata (con armi da guerra) contro i vetri del furgone, ferendo lievemente due delle guardie. L’equipaggio del secondo furgone era stato costretto ad arrendersi sotto la minaccia di una scatoletta da cui spuntavano fili elettrici, appoggiata sul vetro del blindato, come fosse un possibile ordigno esplosivo. Alcuni malviventi avevano proceduto all’effrazione del caveau del primo furgone mediante una troncatrice e, prelevati i cartoni e le borse con il denaro, si erano allontanati non prima di aver tentato di incendiare i veicoli utilizzati. I mezzi, tranne il camion, erano risultati rubati tra il nuorese ed il nord Sardegna; quello utilizzato per la fuga era stato rinvenuto incendiato, dopo alcuni giorni, nella zona di Siliqua, a dimostrazione di una probabile base logistico-operativa in quella zona.
Le indagini condotte dalla Squadra mobile della Questura di Cagliari, attraverso tabulati telefonici ed attività tecniche, aveva consentito di individuare delle utenze telefoniche, cosiddette ‘citofono’, attraverso le quali i rapinatori avevano comunicato nel corso della giornata dell’assalto. Una di queste utenze, attraverso un preciso lavoro di comparazione dei dati telefonici, era stata poi attribuita alla guardia giurata. Subito dopo la rapina, le utenze ‘riservate’ smisero di funzionare, ma ulteriori accertamenti hanno permesso di identificare altri soggetti, potenzialmente coinvolti, e di attribuire i ruoli nella rapina. Perciò, veniva confermato che la guardia giurata potesse essere il ‘basista’, fornendo le informazioni necessarie per eludere i nuovi sistemi di blocco dei caveau dei furgoni e quelle relative all’uscita ed al carico degli stessi, mentre il desulese era incaricato di convogliare le notizie ad un ‘gruppo locale’, verosimilmente quello che si appoggiava in aziende nelle campagne di Vallermosa, Decimoputzu e Siliqua, ed al referente di un ‘gruppo d’assalto’ ogliastrino, poi identificato nella persona di un noto pregiudicato talanese, ex latitante.
L’identità del desulese è stata accertata dopo alcuni mesi: nell’ottobre 2014, la guardia cagliaritana aveva raggiunto Elmas incontrandolo all’interno del cortile del condominio dove risiedeva e gli spiegava (su un foglio A4) come effettuare le operazioni di taglio del pistone idraulico che aziona l’apertura dello sportello del caveau di un furgone portavalori. I due, per eludere le investigazioni, comunicavano esclusivamente mediante sms o simulando cadenza straniera: la guardia giurata utilizzando tre numeri diversi per indicare al complice l’uscita dei furgoni dalla sede delle Vigilanza Sardegna e le giornate propizie per il colpo. E’ stato anche verificato che gli stessi avessero effettuato alcuni sopralluoghi per altri assalti, che però sono stati vanificati dalla costante attività preventiva dei Reparti Volo e Prevenzione crimine, sulle indicazioni fornite dagli investigatori della Squadra mobile.
Un’ altro desulese (G.C.), in contatto coi due fermati di questi giorni, il 28 gennaio 2015 era stato arrestato perché trovato in possesso, nell’azienda da lui gestita a località San Lorenzo, al confine tra Cagliari e Sestu, di un’arma clandestina, munizioni, due divise complete da Vigile urbano, una paletta di segnalazione, un lampeggiante di colore blu, un’autovettura rubata ed una mototroncatrice a scoppio del tipo utilizzato per l’effrazione delle blindature dei furgoni. (red)
(admaioramedia.it)