Il Torino guidato da Sinisa Mihajlovic attualmente ha proprio gli stessi punti del Cagliari, ma come è risaputo i club hanno obiettivi differenti. I granata puntano al palcoscenico europeo, i rossoblu ad una salvezza tranquilla.
Cuore granata. Fondato nel 1906 dalla fusione di Football Club Torinese e di alcune “schegge traditrici” della Juventus, il Torino ha cambiato varie volte denominazione nel corso dei 110 anni della sua storia. Il primo titolo italiano giunse nel 1927, grazie a campioni del calibro di Adolfo Baloncieri, Gino Rossetti e dell’argentino Julio Libonatti, primo oriundo a vestire la casacca della Nazionale italiana. L’anno dopo il club bissò il titolo, che però le venne revocato per il celebre “Caso Allemandi“: il primo caso accertato di corruzione nel calcio italico. Ma il sodalizio piemontese è principalmente ricordato dagli appassionati di tutto il mondo – e dalla grande storia del pallone – per l’epopea della squadra che dominò la scena negli anni Quaranta: il Grande Torino, leggendario vincitore di 5 scudetti consecutivi (l’ultimo dei quali postumo). La sua tragica fine nell’incidente aereo di Superga del 4 maggio 1949 privò l’Italia di Valentino Mazzola e compagni, consegnandoli direttamente al Mito. Quasi fisiologico un ritorno nei ranghi dopo una sciagura simile, che vide il Toro protagonista del massimo campionato ma incapace di rimettere le mani sul tricolore. Fino al 1976, quando i ragazzi di Gigi Radice con in testa “I gemelli del gol” Pulici-Graziani riuscirono nell’impresa. Quello resta ad oggi il settimo ed ultimo scudetto granata, in bacheca insieme a 5 Coppe Italia. In Europa ha raggiunto il suo miglior risultato nella Coppa UEFA 1991-92, quando perse la doppia finale contro l’Ajax. In tempi più recenti ha riscoperto traguardi di prestigio con l’attuale selezionatore azzurro Giampiero Ventura. Da questa stagione, l’allenatore è il serbo Sinisa Mihajlovic. Il Torino è storicamente considerato un club all’avanguardia per la crescita ed il lancio nel calcio che conta di giovani giocatori di talento.
Punti di forza. Proprio durante la guida tecnica di Ventura, il Torino ha visto fiorire ragazzi come Benassi, Zappacosta e Belotti che rappresentano lo zoccolo duro della squadra. L’attaccante è appena entrato con successo nel giro azzurro ed è il miglior cannoniere granata finora (6 reti). Molto temibili anche lo spagnolo Iago Falque (5) ed il serbo Ljajic (4), giocatori di ottime capacità tecniche e realizzative, che con il “Gallo” Belotti costituiscono un terzetto molto temibile.
Punti deboli. Il più celebre elemento della rosa, il portiere della Nazionale inglese Joe Hart, finora non ha entusiasmato. La cessione del forte difensore polacco – nonché capitano – Glik ha fatto diminuire la solidità del reparto arretrato.
La rosa. PORTIERI: 21) Joe Hart (29 anni, Inghilterra); 1) Daniele Padelli (31 anni). DIFENSORI: 93) Arlind Ajeti (23 anni, Albania); 23) Antonio Barreca (21 anni); 5) Cesare Bovo (33 anni); 4) Leandro Castán (30 anni, Brasile); 29) Lorenzo De Silvestri (28 anni); 3) Cristian Molinaro (33 anni); 24) Emiliano Moretti (35 anni); 13) Luca Rossettini (31 anni); 7) Davide Zappacosta (24 anni). CENTROCAMPISTI: Afriyie Acquah (24 anni, Ghana); 26) Danilo Fernando Avelar (27 anni, Brasile); 8) Daniele Baselli (24 anni); 15) Marco Benassi (22 anni); 16) Samuel Gustafson (21 anni, Svezia); 14) Iago Falque Silva (26 anni, Spagna); 25) Sasa Lukic (20 anni, Serbia); 22) Joel Obi (25 anni, Nigeria); 18) Mirko Valdifiori (30 anni); 20) Giuseppe Vives (36 anni); 30) Mattia Aramu (21 anni). ATTACCANTI: 9) Andrea Belotti (22 anni); 31) Lucas Boyé (20 anni, Argentina); 10) Adem Ljajic (25 anni, Serbia); 17) Josef Martínez (23 anni, Venezuela); 11) Maxi López (32 anni, Argentina).
Probabile formazione. (4-3-3): Hart; De Silvestri, Rossettini, Castán (Moretti), Barreca; Benassi, Valdifiori (Vives), Baselli; Iago Falque (Boyé), Belotti, Ljajic. Squalificati: nessuno. Indisponibili: Molinaro.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)