L’export delle imprese sarde nei Paesi arabi cresce a un buon ritmo: ad oltre 96 milioni di euro ammonta il bilancio 2016 delle imprese manifatturiere (non petrolifere) e circa 50 milioni di euro sono rappresentati dalle esportazioni delle imprese artigiane e dalle Pmi (+2,7% rispetto al 2015).
Secondo i dati Istat, elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, l’andamento delle esportazioni risulta essere in controtendenza rispetto al calo del 4,9% del totale delle esportazioni sarde pubblicato qualche giorno fa: 47,9 milioni di euro di prodotti manifatturieri sono stati venduti in Arabia Saudita (+45,2% rispetto al 2015), 15,2 negli Emirati (-33,1%), 14,9 in Bahrein (+ 161,1%), 4,8 in Tunisia (+28%), 4,5 in Marocco (+90,3%), 2,9 in Egitto (-56,3%) e 2 in Libia (+187,6%). Tra i principali dove esportiamo, l’Arabia Saudita è al quinto posto, gli Emirati al decimo, il Bahrein all’undicesimo, la Tunisia al 26esimo e il Marocco al 28esimo. A primi tre posti gli Usa, la Spagna e il Regno Unito.
“Il mercato degli stati arabi è un’opportunità fondamentale per lo sviluppo delle imprese sarde e per la Sardegna intera – spiega Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato imprese Sardegna– L’export che cresce in questi Paesi significa che le nostre piccole imprese stanno riuscendo a unire tradizione e maestria a ricerca e perfezione, per soddisfare le esigenze di clienti che pretendono innovazione e prodotti qualitativamente perfetti”.
I prodotti maggiormente richiesti dagli stati arabi sono: i prodotti lattiero caseari (valgono 2,2 milioni di euro), granaglie (1,1 milioni), frutta e ortaggi (0,2 milioni), bevande (0,2 milioni), prodotti da forno (0,1 milioni), oli e grassi (0,1 milioni) e rappresentano il 2,2% delle esportazioni totali di prodotti alimentari e bevande sarde, e il 3% di quelle dirette verso i paesi extraeuropei. Buone notizie per l’export dei prodotti alimentari, d’arredo e moda provenienti dalle imprese artigiane che, nel 2016, hanno esportato 50,8 milioni di euro: +67,2% rispetto al 2015. I maggiori acquirenti delle piccole aziende sono quelli dell’Arabia Saudita (41,3 milioni), della Tunisia (3,2 milioni), Emirati (1,7 milioni), Libia (1,7 milioni) e il Marocco (1,4 milioni di euro). Al primo posto tra le province che esportano maggiormente c’è Cagliari (85,1 milioni, +11% rispetto al 2015), Carbonia-Iglesias (3,7 milioni, +52,5%), Oristano (3,3 milioni, +124,4%) e Sassari (2,5 milioni, +51,6%); in negativo invece Olbia-Tempio (-89,5%), Nuoro (-1,5%), Ogliastra (-4,8%) e Medio Campidano.
“Le imprese hanno ormai capito che il ‘mercato domestico’ non è più sufficiente e che quello globale offre molteplici opportunità da cogliere – continua Mameli – per questo le aziende artigiane parteciperanno a Cagliari alla 3° Borsa internazionale delle imprese italo arabe, importante evento organizzato per far cogliere le opportunità al sistema produttivo isolano”.
La politica di internazionalizzazione delle imprese sarde è importante per affrontare il crollo della domanda interna: per questo Confartigianato Sardegna ritiene indispensabile la tutela della qualità e quindi della riconoscibilità del ‘made in Sardegna’, lavorando maggiormente sul riconoscimento dei marchi di tutela come, per esempio, l’Igp e sull’inserimento di fondi per le piccole imprese relativi ai voucher per l’internazionalizzazione.
“Il progetto di Confartigianato – conclude il Segretario – è quello di proporre pane, pasta, panadas, formaggi, olio, olive, vino e dolci ai buyer arabi, che attraverso le missioni internazionali, l’attività di promozione e un sito plurilingue, sta facendo conoscere i prodotti sardi nel mondo e sta permettendo alle imprese di vendere i propri prodotti in Nazioni difficilmente raggiungibili”.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)