Salvo intoppi, il governo nazionale prossimo venturo sarà espresso da un’anomala maggioranza ‘gialloverde’, formata dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega di Matteo Salvini.
Lasciando ai politologi le riflessioni generali, a livello locale – dove, checché ne dica Luigi Di Maio, le due forze politiche non potranno non tenere conto della loro collaborazione nazionale – il connubio finisce per destare parecchie perplessità in rapporto alla situazione del Comune di Cagliari, dove, tra le altre cose, i due consiglieri M5S hanno anche appoggiato, senza troppe titubanze, la ghettizzante e probabilmente incostituzionale mozione, imposta dal Partito democratico, che richiede una ‘professione di antifascismo’ a chiunque intenda richiedere spazi e locali pubblici.
Fu notevole lo sconcerto di chi aveva presenti le posizioni di Luigi Di Maio nettamente contrarie all’altrettanto oscurantista Ddl promosso dall’esponente Pd, Emanuele Fiano, contro i “gadget fascisti” in nome della libertà di manifestazione del pensiero, e prima non aveva, comunque, destato minori perplessità il benevolo atteggiamento dei grillini locali nei confronti dell’Amministrazione cattocomunista del sindaco Massimo Zedda, a dir poco malvista dall’alleato locale della Lega, il Partito sardo d’azione di Christian Solinas, il cui massimo esponente cittadino, l’ex assessore ai Lavori pubblici, Gianni Chessa, è stato brutalmente ‘cacciato’ proprio a causa della mancata sconfessione dell’alleanza con la Lega (in tale occasione, tre consiglieri sardisti su quattro confermarono ‘verdinianamente’ l’appoggio a Zedda, facendosi espellere dal partito).
Già in occasione della campagna elettorale per le Comunali, l’atteggiamento del M5S – la cui lista, capeggiata dalla sconosciuta Antonietta Martinez, fu ben poco convincente (meno del 9% dei voti, in una città dove il M5S ha superato il 40% alle politiche) – non si era contraddistinto per particolare aggressività nei confronti dell’amministrazione uscente (in passato alcune componenti del ‘grillismo’ cittadino espressero un sia pur parziale apprezzamento) e Zedda, dopo la rielezione, non mancò di dare atto alla Martinez di essere “una persona garbata”, apprezzamento notevole per un’area politica dalla quale, in genere, gli appellativi più gentili verso i grillini fanno riferimento al nazifascismo.
Il ‘Massimo’ l’ha però raggiunto l’altro consigliere M5S, Pino Calledda, di estrazione Cgil, che, apparso in conferenza stampa a fianco del Sindaco – e perciò duramente contestato da numerosi attivisti e dalla collega Martinez – ha rivendicato il proprio atteggiamento collaborativo, affermando che “la democrazia si esprime attraverso il voto e che debba esserne riconosciuto il risultato”, forse non proprio sgradito ad un sindacalista ‘rosso’. Insomma, in presenza di un’estrema conflittualità tra l’amministrazione ‘biancorossa’ capeggiata da Zedda e la Lega – per interposto PsdAz (forte dell’11% ottenuto in Città alle elezioni politiche) – è arduo comprendere se uno dei partner della maggioranza nazionale ‘gialloverde’, il M5S, sia localmente da considerare in ‘costruttiva’ maggioranza oppure in ‘benevola’ opposizione.
Caesar
(admaioramedia.it)