Anni fa, a Villanovaforru, lo storico compianto sindaco Giovanni Pusceddu, seppe creare dal nulla il consorzio “Sa Corona Arrubia” e valorizzare il patrimonio storico, archeologico e paesaggistico del suo paese con tale energia e determinazione da rappresentare un esempio per l’intera Isola, ma ogni epoca ha evidentemente gli amministratori che si merita. Oggi, che il piccolo centro della Marmilla, con un numero di richiedenti asilo ospitati sproporzionato rispetto alla popolazione, è in via di spopolamento, e che “Sa Corona Arrubia” è da tempo in netto declino, lo amministra il sindaco Maurizio Onnis, autore di un’alzata di ingegno degna di miglior causa, e che, a differenza di Pusceddu, non consente di prenderlo ad esempio.
Non nuovo a sortite polemiche nei confronti del ministro dell’Interno Salvini, Onnis, con evidente intolleranza per i riscontri elettorali ottenuti dalla Lega, ha annunciato che d’ora innanzi indosserà la fascia tricolore al contrario, accusando la “destra retriva”, incarnata all’interno del governo dal leghista, di attuare una politica dai tratti “illiberali e autoritari” nei confronti dei migranti, e sottolineando che “portarsi in Regione la Lega è come portarsi in casa un piromane: il suo mestiere è appiccare incendi”. Protesta che durerà, ha annunciato Onnis, “fino a quando l’aria cambierà e chi governa a Cagliari e a roma tornerà a porre al primo posto l’eguaglianza tra gli individui, la soluzione pacifica delle controversie, il rispetto reciproco tra popoli e tra parti politiche”.
Un bel pistolotto, degno del miglior Saviano, se non fosse che il sindaco Onnis, a differenza dello scrittore napoletano, non è un privato cittadino, ma rappresenta la propria intera comunità, compresi gli elettori della Lega (che a Villanovaforru, alle scorse Regionali, non sono stati in numero troppo inferiore alla media isolana) e, localmente, lo Stato, che è di tutti e non certo solo di chi ragiona alla sua maniera. Un ripasso della circolare del Ministero dell’Interno (n. 5 del 1998) si rende necessario: “L’alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone un uso corre […] un uso corretto e conveniente della fascia tricolore nell’avvertita consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano.”.
Con buona pace del sindaco Onnis, che la Lega sia attualmente al Governo a livello nazionale e regionale, lo si deve all’insindacabile volontà degli elettori, che va rispettata anche quando esprime un vincitore ‘sgradito’, e ciò non gli dà alcun diritto di arrecare disdoro all’Istituzione che rappresenta con l’uso inopinatamente ‘alternativo’ della fascia tricolore. Se le politiche della Lega o del ministro Salvini nei confronti dei migranti non gli piacciono, il metodo democratico prevede che, anziché fare ‘chiassate’, si convincano gli elettori delle proprie ragioni in vista della successiva consultazione. Chissà se il Prefetto di Cagliari troverà il tempo di far comprendere al Primo cittadino marmillese che, se intende manifestare il suo disprezzo nei confronti di un partito avversario e dei suoi elettori, può farlo senza coinvolgere la fascia tricolore, che per ciò che rappresenta non può essere gettata nel fuoco della polemica politica spicciola. In alternativa, gli resta una valida soluzione: dimettersi ed attuare tutte le forme di protesta che ritiene opportune, ma da privato cittadino.
Caesar
(sardegna.admaioramdia.it)