Mentre oggi (15 maggio, Giornata internazionale della famiglia), Paolo Truzzu, candidato sindaco del centrodestra, ha postato sulla sua pagina social una foto con moglie e figlie, sottolineando “quanto sia importante il nostro ruolo di madri, padri, figli e figlie nella nostra società, prima ancora di qualsiasi altra posizione o carica”, proprio su temi etici e sociali, Alessandro Murenu, candidato sindaco grillino, a meno di 24 ore dalla sua investitura, è ‘sbadatamente’ scivolato sulla buccia dei social.
I consueti gendarmi del web, frugando sul suo profilo Facebook, hanno trovato alcune frasi compromettenti riguardanti aborto e, mal gliene incolse, immigrati ed omosessuali, pubblicate nei mesi scorsi: riprendendo post altrui, “Le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio” e “Chiamare l’aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione femminile un diritto dell’uomo”; oppure scrivendo di suo pugno, “…tutti coloro che prendono il Vangelo in mano per criticare le politiche sull’immigrazione, tutti coloro che lo prendono in mano per criticare il lusso della Chiesa etc. (temi che trovano la mia solidarietà) sono invitati a prenderlo in mano anche quando si parla di aborto, eutanasia, matrimonio…”. A quanto pare, nessuno aveva spiegato allo sprovveduto medico cagliaritano che, una volta ottenuta l’ufficialità della candidatura, sarebbe convenuto disattivare i profili social (cosa che è avvenuta, però dopo che i post erano ormai diventati pubblici e gli screen shot si erano sprecati…), eventualmente accedendovi di notte, mentre anche i gendarmi riposano, per ripulirli delle frasi ‘politicamente scorrette’, diverse dal ‘pensiero unico’ e soprattutto non in linea con la scelta elettorale del momento.
Fatto il danno, si è messa in moto la macchina pentastellata per la risoluzione delle crisi e nelle redazioni dei media è piombato un tempestivo comunicato, un vero ‘mea culpa’ del candidato, che evocando la nota tiritera della “macchina del fango”, ha sottolineato che “la legge 194 non si tocca, così come non si torna indietro sui diritti delle persone omosessuali. La mia vita professionale e familiare testimonia questi valori, anche a difesa dei diritti dei migranti. Sono state prese a caso alcune frasi e totalmente decontestualizzate. Non è la prima volta che contro i candidati del Movimento la realtà viene stravolta, e questa ne è l’ennesima riprova”. La speranza della comunicazione grillina è che, in poche righe, Murenu, col capo cosparso di cenere, abbia rimediato allo ‘scivolone’ (intanto, il dibattito sul web è in corso) e che su aborto, immigrati ed omosessuali il candidato sia salvo. Anche perché chi tocca quei temi, muore… politicamente parlando.
Arsenico
(sardegna.admaioramedia.it)