Da alcuni giorni, nelle stanze di viale Trento e di via Roma aleggia un fantasma. Nessuno è autorizzato a nominarlo. Bandito anche dal vocabolario istituzionale, dove peraltro aveva sempre fatto pensare ad un punto di snodo aeroportuale. Mentre, da quando esiste l’emergenza immigrazione, sono nati quelli destinati alla prima accoglienza in occasione dei frequenti sbarchi nei porti italiani.
Insomma, nessuno osi parlare di ‘hub’, per la precisione riferito al Porto di Cagliari. Il presidente Pigliaru ed il sindaco Zedda non vogliono. Quella che verrà realizzata nell’area portuale cagliaritana, con progetto già messo a punto dagli uffici regionali e soldi già arrivati nelle casse della Prefettura di Cagliari, sarà “una struttura mobile – ha precisato il Governatore – che potrà anche essere dislocata all’occorrenza in altri punti di sbarco e smontata quando non necessaria. Una struttura non definitiva che renda più efficiente la prima accoglienza agevolando il lavoro di tutti i soggetti coinvolti”. Gli ha fatto eco, il Primo cittadino del Capoluogo che, durante una seduta del Consiglio comunale, ha confermato: “E’ prevista solo una struttura con funzione temporanea”. Eppure, a giugno dello scorso anno, il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, dopo una riunione sull’immigrazione al Ministero dell’Interno, aveva addirittura parlato di “hub regionali che dovranno fare la prima accoglienza e coordinare il coinvolgimento dei territori per un’accoglienza diffusa, coi costi per la realizzazione a carico dello Stato”. Accoglienza diffusa che sul tema è proprio il ‘cavallo di battaglia’ del presidente Pigliaru. Oltretutto, anche il prefetto Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione, nelle sue visite nell’Isola aveva più volte parlato di un ‘hub’ a Cagliari.
Ma non c’è alcun problema ad accontentarli, perciò nessuno si azzardi a chiamare ‘hub’ quella struttura ‘mobile’ (peraltro, non sarebbe potuto essere altrimenti…) di almeno 4mila metri quadri che a breve prenderà vita in una zona del Porto canale di Cagliari, destinata alla prima accoglienza, ma anche allo smistamento degli immigrati che sbarcheranno a Cagliari. Città che sarà meta certa dei prossimi sbarchi nell’Isola, infatti, nonostante i tentativi istituzionali di depistaggio (e dopo il non brillante sbarco a Porto Torres, unico dei dodici avvenuti durante il 2016), è facile immaginare che il Capoluogo sarà l’unico porto isolano a ricevere gli immigrati salvati nell’ambito della missione europea al largo delle coste libiche. Perciò, struttura temporanea, ma non troppo.
Inoltre, la coppia di viale Trento e di via Roma trascura (o fa finta di non capire) che avere un porto con tale struttura, mobile ma sostanzialmente fissa, sempre disponibile ad accogliere e con numeri certamente più ‘importanti’, vista la dimensione prevista, farà di Cagliari, e quindi della Sardegna, un punto di sbarco privilegiato nella strategia del Dipartimento Immigrazione, aggiungendo argomenti e convinzioni a chi teme che l’Isola possa essere trasformata in una Lampedusa 2.
Arsenico
(admaioramedia.it)
7 Comments
Aldo Manunza
Chi è Pigliaru ??
Antonella Meli
un incapace ma chi l’ha votato
Antonella Meli
assurdo
Wallalla Odino
Massimiliano Casu
questi sono fuori di testa…. non si può accettare una cosa simile. Già nei paesi dell’interno dove sono stati dislocati un pò di questi migranti e/o profughi che dir si voglia, ci sono segni di degrado sociale, con ragazze che si prostituiscono per pochi spiccioli e furti in abitazioni… ma ci considerano carne da macelleria sociale?
Marinella Usai
E qualcuno continua a chiamarci razzisti, ci stanno levando la libertà in casa nostra.
dottmauriziomuscas
Questi vogliono la guerra civile