In poche settimane, Cagliari ha registrato l’arrivo di circa duemila immigrati, ma soprattutto è facile presumere che in tempi brevi siano previsti altri sbarchi consistenti. Tanto che, venerdì scorso, è arrivato a Cagliari il marziano Morcone. E’ un prefetto esperto che guida il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno ed è venuto ad organizzare il futuro di un’Isola che sarà sempre di più meta principale degli sbarchi.
Lo ha fatto raccontando la lieta novella che non ci sono problemi, che tutto funziona al meglio, che è irrilevante se le quote destinate alla Sardegna aumenteranno o diminuiranno, che i soldi ci sono (eppure qualche struttura comincia a lamentare forti ritardi nei pagamenti) sia per trasformare il porto di Cagliari in un ‘hub regionale di prima accoglienza e smistamento’ (una sorta di nuovo Cpa di Elmas in pieno centro cittadino), sia per i Comuni che, col sistema dei progetti Sprar (Sistemi di protezione e richiedenti asilo e rifugiati), d’ora in poi avranno un ruolo decisivo nel sistema di seconda accoglienza. Tutto, ovviamente, condito da parole come “condivisione”, “trasparenza”, “integrazione”, “sviluppo”, “opportunità” e così via nel perfetto solco del politicamente corretto, perché “la strada intrapresa – ha sottolineato Morcone – è una strada di comune condivisione degli oneri, delle scelte e delle prospettive di sviluppo della Regione anche attraverso il tema dell’immigrazione”.
E’ possibile che il prefetto Morcone, già candidato per il Pd come sindaco di Napoli contro De Magistris, sia tanto impegnato da non poter guardare telegiornali e quotidiani che giornalmente sono ricchi di notizie riguardanti proteste, sia dei residenti che non gradiscono gli arrivi in massa nei propri quartieri o paesi, sia degli immigrati che sempre più sovente non gradiscono il cibo, le condizioni degli alloggi, la dislocazione geografica degli stessi. Eppure, mentre la Regione assicurava la “massima collaborazione”, i Comuni hanno provato a dirgli che non ce la fanno più a gestire l’accoglienza, che i centri sono al collasso e che alcune strutture non sono né adeguate né dignitose: “Lo Stato scarica tutto su di noi, poi ci lascia soli”. Hanno provato anche i sindacati delle Forze dell’ordine a dirgli che coi numeri degli organici attuali non sono più in grado di gestire in sicurezza l’ordine pubblico e sarà sempre peggio, visto che gli sbarchi aumenteranno. Ma è evidente che il marziano Morcone non abiti sul nostro pianeta e sbarchi ogni tanto per predicare nei territori in tema di immigrazione il verbo renziano, che mixato con la strategia alfaniana, ci riserverà ancora tante ‘belle sorprese’.
Arsenico
(admaioramedia.it)
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