Il piano per la tutela e valorizzazione delle zone umide della Sardegna prende ufficialmente il via con la ripartizione territoriale di 20 milioni di euro di fondi Fsc del “Patto per la Sardegna”.
“Le zone umide sono una grande risorsa della Sardegna e stiamo mettendo in atto una politica complessiva per la loro valorizzazione – ha spiegato l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci – Non parliamo solo di tutela ambientale, che pure è prioritaria, ma anche di potenziarne le attività produttive, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro occupata nelle attività economiche e promuovere nuova e qualificata occupazione”.
Con la delibera (maggio 2016), che istituiva il Parco regionale delle zone umide dell’area metropolitana di Cagliari, la Giunta regionale aveva incaricato l’Università di Cagliari di predisporre lo studio di valorizzazione delle zone umide e lagunari della Sardegna, che poi ha individuato i territori oggetto di intervento: Golfo di Oristano; Golfo di Palmas e mare interno; Golfo di Cagliari e costa da Capoterra a Teulada; Ogliastra e Sarrabus; Baronie e Gallura; Golfo dell’Asinara e Nurra. Al Golfo di Oristano (Montiferru, Sinis e Planargia; Costa del Sinis-Terra dei Giganti; Terralbese e Linas; Fenici) vanno 6 milioni di euro; al Golfo di Palmas e Mare Interno (Arcipelago del Sulcis, Sulcis) 2 milioni; a Golfo di Cagliari e costa da Capoterra a Teulada (Nora e Bithia, Città metropolitana di Cagliari) 4 milioni; a Ogliastra e VI-VII Sarrabus (Nord Ogliastra, Ogliastra e Valle del Pardu; Sarrabus) 2 milioni; a Baronie e Gallura (Monte Acuto e Riviera di Gallura; Montalbo) 2 milioni; a Golfo dell’Asinara e Nurra (Rete metropolitana nord Sardegna) 4 milioni.
“Investiamo – ha aggiunto Paci – sulla capacità di ridurre le pressioni sulle risorse naturali, tutelare coste e paesaggio rurale, contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e orientare l’economia in un’ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale. I principi ispiratori sono quelli di integrazione, tutela, gestione e valorizzazione dei beni comuni, in questo caso quelli ambientali, in tutte le altre politiche attraverso un uso più efficiente delle risorse e una politica di prevenzione più che di risanamento”. (red)
(admaioramedia.it)