L’agroalimentare sardo conquista importatori, ristoratori, distributori e giornalisti provenienti da Russia, Kazakhstan, Azerbaijan, Bielorussia e Georgia, a cui Confartigianato imprese Sardegna ha dedicato due tour, fino a venerdì 29 giugno, per far visitare le imprese agroalimentari sarde, i suoi territori e i suoi prodotti tipici come pane, pasta, dolci, vino, formaggi, olive, olio e panadas.
L’iniziativa, inserita nell’ambito del progetto “Store Sardinia”,finanziato dall’Assessorato regionale dell’Industria, inizia oggi con gli operatori provenienti da Mosca, San Pietroburgo, Baku, Minsk e Almaty, che saranno guidati alla scoperta dei metodi utilizzati per produrre pane carasau e pistoccu prodotti a Oliena nel “Forno Carasau” di Graziano Mula e a Lanusei nell’azienda “Sardapan di Ferreli”. Venerdì 22, il tour prevede come prima tappa il pastificio “Sa Panada” di Oschiri, a seguire il caseificio “Su Grabiolu” di Siamanna, il panificio “Porta 1918” e l’azienda olearia “Azienda agricola” di Marco Zurru di Gonnosfanadiga. Protagonisti del secondo tour saranno il vino, le vigne e le cantine: mercoledì 27, i buyer visiteranno la cantina “Colle Nivera” di Lula e “Arvisionadu” di Benetutti, mentre il giorno seguente andranno a Sorso da “Nuraghe Crabioni” e a Nuragus da “Agricola Soi”.
“Il valore aggiunto che può dare una visita in azienda e nella zona di produzione è impagabile – spiega Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato – Nei Paesi dell’Est, infatti, sono molto conosciute la nostra qualità della vita e la longevità della popolazione, caratteristiche derivanti anche dall’alimentazione e quindi legate alle eccellenti produzioni agroalimentari e vitivinicole. Insomma, la Sardegna è vista come una terra quasi ‘magica’, segno evidente che cominciamo a essere conosciuti non solo per le vacanze”.
Le aziende ospitanti sono state selezionate per il progetto e raggruppate sotto un unico marchio promozionale che ha valorizzato e promosso a livello internazionale i loro prodotti nei Paesi euroasiatici all’interno del portale www.storesardinia.com, dove i prodotti sono corredati di descrizione e listini in italiano, inglese e russo.
I dati positivi dell’export nei cinque Paesi non riguardano solo prodotti agroalimentari, ma anche abbigliamento, articoli in pelle, macchinari, attrezzature, tessile, mobili, legno, sughero, prodotti chimici e di raffinazione che, secondo i dati Istat elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, nel 2017 hanno incrementato del 35% il commercio estero (+19milioni) toccando un totale di 20 milioni di euro.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)