Qualche giorno fa, su queste pagine, sono state raccontate le ‘onde anomale’ che hanno agitato i vertici del Comitato provinciale di Oristano della Croce rossa italiana.
A partire da novembre dello scorso anno, dimissioni su dimissioni, un inspiegabile fuggi fuggi generale, che aveva determinato immediate surroghe all’interno del Comitato, seppure con qualche ‘scivolone’, come quello di nominare chi, non essendo la prima dei non eletti all’ultimo congresso elettivo del Comitato, non ne aveva diritto. Poi, lo scorso 4 giugno, il colpo di scena: con un provvedimento di revoca, il presidente regionale Giovanna Sanna ha annullato tutte le nomine di surroga (esattamente tre), seguite alle dimissioni di altrettanti consiglieri, perché in palese violazione dello Statuto della Cri, ammettendolo senza mezzi termini: “Vista la violazione di tale articolo (22 del “Regolamento per l’elezione degli organi statutari”, ndA) da parte della sottoscritta che erroneamente ha proceduto a surrogare i consiglieri del Comitato di Oristano”. Affidando, quindi, i provvedimenti di surroga all’Ufficio elettorale regionale, competente per Statuto: sei/sette mesi per accorgersi dell’errore non sono pochi e fanno immaginare che il clima all’interno del Comitato oristanese si sia lentamente surriscaldato.
La Croce rossa italiana, che recentemente (gennaio 2016) è stata interessata da un processo di privatizzazione, è sovente protagonista, non solo ad Oristano, di qualche travaglio non idoneo per essere un’associazione che ha come obiettivo principale quello di “prevenire ed alleviare la sofferenza in maniera imparziale, senza distinzione di nazionalità, razza, sesso, credo religioso, lingua, classe sociale o opinione politica, contribuendo al mantenimento e alla promozione della dignità umana e di una cultura della non violenza e della pace”. Forse, la trasformazione da ente dello Stato in associazione privata a vocazione umanitaria non è stata ben assimilata dai vertici, che si trovano a gestire un potere importante, sostenuto anche da consistenti sovvenzioni pubbliche: per esempio, un piccolo Comitato come quello di Oristano ogni anno gestisce circa 200.000 euro.
In questo fine settimana, alcuni comitati provinciali della Cri sarda sono interessati dalle elezioni di alcuni organi statutari (verranno eletti i rappresentanti dei giovani dei Comitati di Oristano e di Sassari, oltre all’intero Comitato di Olbia, dove il presidente è dimissionario), ma anche in questo caso la ‘confusione’ è in agguato. Infatti, seppure le dimissioni del rappresentante dei giovani eletto nel Comitato oristanese fossero state presentate da svariati mesi, solo a gennaio 2018 il Presidente regionale aveva nomina il sostituto, ma anche questa volta in maniera irregolare. Perciò, costretta, anche questa volta, benché più tempestivamente (dopo appena due settimane), ad annullare il provvedimento. Quindi, si è arrivati (marzo 2018) all’indizione dell’elezione per la sostituzione della dimissionaria dal Consiglio direttivo. Ma anche su questa elezione aleggia il rischio dell’annullamento, infatti qualche associato avrebbe segnalato che i passaggi imposti dal regolamento, come le modalità di pubblicizzazione (semplice immaginare che scadenze, data e luogo delle elezioni debbano essere conosciuto da tutti gli iscritti), non sarebbero state rispettate.
Troppe incertezze, troppi errori, troppa confusione per un’associazione che vive grazie anche ai soldi pubblici ed ha struttura e bilancio che dovrebbero garantire maggiore trasparenza e pluralismo al suo interno.
Arsenico
(admaioramedia.it)