Francesco Pitirra (rappresentante studenti CdA Ersu Cagliari), Antonio Puddu (rappresentante studenti CdA Ersu Sassari) e Andrea Coinu (responsabile politiche giovanili Cgil Sardegna), dopo l’aumento della tassa regionale per il diritto allo studio universitario deciso dalla Giunta regionale, hanno scritto una lettera al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, all'assessore regionale Pubblica istruzione, Claudia Firino, all'assessore regionale Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci. E' stata inviata per conoscenza anche ai presidenti Ersu di Cagliari e Sassari, Antonio Luca Funedda e Giovanni Poggiu, ai Magnifici Rettori degli Atenei di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Massimo Carpinelli. Pubblichiamo il testo integrale:
«Gentilissimi, Vi scriviamo in merito alla complicata e dannosa situazione generatasi in seguito allo spiacevole aumento della tassa regionale ERSU, passata, come ben sapete, da 62 euro a 140. Tale aumento, porterà numerosi disagi agli studenti degli Atenei di Cagliari e Sassari che, con stupore e senza preavviso alcuno, si trovano nella condizione di dover spendere ulteriori 80 euro per poter continuare il loro percorso accademico. Riteniamo quanto accaduto lesivo dei diritti di tutti gli studenti sardi e soprattutto delle loro famiglie. In una terra in crisi come la nostra, nella regione più povera del continente Europeo, martoriata dalla carenza del lavoro, in cui le aspettative occupazionali e la speranza di costruire un futuro migliore per i propri figli sono lontanissime, troviamo questo aumento totalmente ingiustificato e pericoloso, soprattutto per ciò che l'aumento rappresenta. Un aumento che grida forte e chiaro che per la nostra regione sono gli studenti sardi a dover pagare le borse di studio destinate agli studenti ''capaci e meritevoli ma privi di mezzi'', come recita l'art. 34 della nostra Carta Costituzionale. E' vero, come più volte Voi stessi avete sottolineato, che questo aumento è dovuto all'applicazione del D.lgs N.68/2012, che prevede, in casi come il nostro, non un semplice aumento ma un impennata del 120% del costo della tassa. E' altrettanto vero però che se già è da ritenere ossimorica l'esistenza di una "Tassa per il Diritto allo Studio" la nostra Regione si contraddistingue, nel campo del Diritto allo Studio, per difformità evidenti sotto molteplici piani rispetto agli standard nazionali previsti dallo stesso decreto. Voi stessi che in diverse sedi dite di condurre una battaglia per rivendicare la ''specialità'' della nostra Regione, privata molto spesso delle dovute attenzioni dalle istituzioni nazionali, perché su questo aspetto, legatissimo al mondo da cui molti di voi provengono, non avete pensato di tutelare maggiormente gli studenti sardi riconoscendone le loro peculiarità? Aumentare una tassa ad anno accademico già iniziato è inconcepibile, ogni studente sa, al momento della immatricolazione o dell'iscrizione agli anni successivi, quanto deve pagare per quell'anno ed è impensabile che durante lo svolgimento dello stesso ci siano delle variazioni. Il nostro diritto allo studio non è un mutuo a tasso variabile ed è vostra, delle istituzioni, la responsabilità non tanto di aumentare queste tasse ma di vigilare affinché questo non avvenga. Per questo chiediamo a Voi e all'Amministrazione Regionale tutta un impegno formale, non più fatto solo di slogan, a stanziare i fondi necessari per colmare la differenza tra la vecchia e la nuova tassa Ersu, cosi da non far pagare un solo centesimo in più agli studenti sardi.»
Antonio Puddu (CdA Ersu Sassari),
Andrea Coinu (politiche giovanili Cgil Sardegna)