Parlando di turismo, vi sono alcuni temi nei quali gli imprenditori dovrebbero impegnarsi di più, in particolare faccio riferimento al notevole patrimonio culturale e ambientale. Attualmente si sfrutta solo la risorsa naturale (clima, coste, spiagge, mare) che è gratis e non richiede un grande impegno organizzativo. Musei e archeologia, invece, sono di importanza fondamentale per lo sviluppo del turismo. Ma, purtroppo, ora non è così.
Il Ministero dei Beni culturali ha reso noto alcuni dati sui visitatori nei Musei e zone archeologiche statali: in Italia nel 2015 si è avuto un risultato eccezionale di visitatori e introiti. I visitatori sono stati oltre 43 milioni (aumento di 2,5 milioni: +6%), gli introiti 155 milioni di euro (+20 milioni: +14%). In Sardegna, 465.000 visitatori (+18.600: +4%) e 1.155.000 euro di incassi (+6.000: +0,5%). Le nostre cifre non si possono certo considerare soddisfacenti. I visitatori dei nostri musei sono pochissimi, circa l’1% rispetto a quelli nazionali (e questo malgrado i valori molto ridotti su cui è più facile avere incrementi di rilievo). Per valutarli si devono considerare come parametri il 3% della popolazione, il 2% circa dell’indice economico, il movimento turistico attorno al 2,5%. E’ difficile sapere quanti dei suddetti visitatori sono turisti, ma certamente questi siti culturali potrebbero costituire una forte attrattiva.
Quest’Isola, per la sua posizione, la sua storia, la ridotta popolazione, ha mantenuto parte delle opere costruite nei millenni che sono molto diffuse, come in pochissime altre regioni nel mondo. Senza fare inutili confronti con altri Paesi e culture più ricche e facilmente raggiungibili, si può dire che abbiamo qualcosa molto importante ma poco conosciuto, qualcosa di ‘unico’ come ‘la civiltà nuragica’, che non siamo capaci di valorizzare adeguatamente. Valorizzare significa ‘comunicare, illustrare, far sapere che esiste e merita di esser visto’. A parte gli aspetti conoscitivi, non c’è un’organizzazione razionale. Ogni comune fa da sé, si occupa dei propri monumenti, del proprio patrimonio, concedendo a cooperative locali (purtroppo non sempre) la loro gestione: sono per lo più piccoli gruppi che si assumono tale compito in modo assolutamente apprezzabile. E’ un’occasione di lavoro (sono circa 500 gli operatori), ma insufficiente con l’attuale sistema, manca un quadro d’insieme, una gestione coordinata. Questo aspetto viene trascurato anche dalla maggior parte degli imprenditori: pochissimi sono quelli che nelle loro pubblicità raccontano delle peculiarità della Sardegna o citano le caratteristiche ambientali o culturali, le zone archeologiche o i monumenti storici della zona. Generalmente si illustrano le camere, i ristoranti, la spiaggia ed il mare ma nulla o poco sull’ambiente e i siti culturali. Per esempio, due tra i i maggiori complessi turistici, come il Consorzio Costa Smeralda ed il Forte Village di Santa Margherita di Pula, fanno un’ottima promozione ed illustrano benissimo le proprie caratteristiche. Però, nel primo caso solo di sfuggita, senza dare grande importanza, vengono citati sul sito Internet le zone archeologiche di Arzachena e soprattutto si illustra pochissimo la storia, il significato. Poco o quasi niente sulla Gallura, sull’ambiente e le sue specificità. Anche nel secondo caso pochi accenni sulla importantissima zona archeologica di Nora e solo un incidentale accenno sulla preistoria e sulla civiltà nuragica, inoltre nelle immediate vicinanze si trova una straordinaria zona montuosa, con l’area forestale più vasta del Mediterraneo, ma anche di questa si parla poco. Due aziende di altissima professionalità, ad esse bisogna riconoscere gran parte del merito dello sviluppo turistico e della conoscenza della Sardegna, per questo si notano ancora di più le carenze in questo aspetto. Si può obiettare che non è compito degli imprenditori ma – premesso che gli altri Enti, a cominciare dalla Regione, non lo fanno nei modi e tempi che meritano – un loro contributo in materia andrebbe soprattutto a beneficio della propria attività.
Comunque tutta la promozione è insufficiente e inadeguata, non solo per la ‘la civiltà nuragica’. Sarebbe interessante fare un sondaggio e verificare quanti e come la conoscono, oltre gli esperti del settore. I giganti di Mont’e Prama, la Festa di Sant’Efisio a Cagliari, la Sartiglia ad Oristano, la Cavalcata Sarda a Sassari, la Sagra del Redentore a Nuoro, Autunno in Barbagia, Monumenti Aperti, PulArchaios a Pula (dedicata agli scavi della città fenicio-punica-romana-medievale di Nora) e a tante altre simili, vengono promosse in modo assolutamente insufficiente e la partecipazione di turisti è pressoché inesistente. Occorre promuovere meglio e soprattutto in anticipo, affinché gli eventuali interessati possano fare per tempo i loro programmi.
Gianfranco Leccis
(admaioramedia.it)
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