Con l'obiettivo di realizzare un contributo per l'ambiente e per il paesaggio, Centro democratico, Partito dei Sardi e Sel hanno proposto di istituire una 'tassa di sbarco', un contributo massimo di 10 euro, che verrebbe richiesto col biglietto di andata verso l'Isola dalle compagnie aeree o marittime oppure dai soggetti che gestiscono gli aeroporti, i porti, gli approdi ed i punti di ormeggio, ai quali sarebbe riconosciuto una percentuale del contributo. Dal pagamento sarebbero esclusi i nati o residenti in Sardegna e chi arriva nell'Isola per motivi di lavoro o di studio.
"Non si tratta di un nuovo balzello – ha spiegato il capogruppo Cd, Roberto Desini – ma di un contributo per erogare ulteriori e migliori servizi". “Se fosse stato applicato l’anno scorso, avrebbe portato nelle casse regionali e comunali diversi milioni di euro. Chi viene in Sardegna per godere del suo mare e del suo patrimonio naturalistico non avrà difficoltà a versare un piccolo contributo", ha aggiunto Anna Maria Busia del Cd. Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha ricordato che la tassa esiste anche in altre paesi europei: "In Sardegna abbiamo la necessità di dare servizi migliori e contribuire alla salvaguardia dell'ambiente". Infatti, ha aggiunto Piermario Manca, capogruppo del PdS, “verrebbe dato da chi usufruisce delle bellezze naturali del nostro territorio, per salvaguardarle."
Appena si è diffusa la notizia dell’idea di fare cassa sui turisti, la prima decisa bocciatura arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia: “Il centrosinistra getta la maschera (un’altra) e rilancia lo scontro sulla pressione fiscale. Dopo la pensata, per fortuna messa da parte, di reintrodurre il ticket sanitario, gli illuminati riprovano ad aumentare le tasse con l’istituzione di un balzello di 10 euro da richiedere ai turisti che arrivano nella nostra Isola."
"Se malauguratamente dovesse essere approvata, produrrebbe danni incalcolabili al comparto del turismo sardo – ha aggiunto Locci – I visitatori che vengono nella nostra terra per trascorrere le vacanze, infatti, avrebbero una ragione in più, dopo i clamorosi aumenti dei costi di trasporto, per scegliere altre destinazioni più economiche e vantaggiose. I Sardi hanno bisogno di idee innovative, di progetti seri a breve e a lungo termine. Non desiderano provvedimenti che, anziché rilanciare il turismo nell’isola, finiscono per affossarlo.”
Un no secco anche da un altro consigliere forzista, Antonello Peru, "per gli stessi motivi per cui ci siamo opposti alla tassa di soggiorno, una simile iniziativa rischia di annullare i benefici derivanti, per esempio, dalla tariffa unica sulla continuità aerea, che ha fatto crescere a 4 milioni i passeggeri sugli aerei sardi". (fm)
One Comment
Nuccio Monello
Tasse, tasse ed ancora tasse per soddisfare gli appetiti della “belva” !
Questi mai paghi aguzzini stanno affondando l’economia del turismo, fermiamoli subito …
In Grecia si diminuisce l’iva (6,5%) per sostenere ed incoraggiare l’impresa turistica, in Italia, con iva al doppio, si allarga a macchia d’olio la TASSA DI SOGGIORNO e si propone quella di sbarco … a quando quella per respirare ?!
Pretendere il pagamento di un obolo a qualcuno SOLO per il fatto che ha scelto di recarsi nella destinazione “x” piuttosto che in un’altra, rappresenta un tale controsenso, in termini di strategie della promozione e dell’accoglienza, che dovrebbe indurre gli operatori e i cittadini a sbarazzarsi velocemente di questi folli incompetenti!
PS – Come si evince facilmente dalle conclusioni di Bomboi:
“La deduzione è che i proponenti di CD, SEL e PdS non hanno una valida competenza relativa al complesso sistema dei trasporti dell’isola, né hanno sufficienti informazioni sul quadro ricettivo sardo, e non sono in grado di sviluppare adeguate argomentazioni in grado di sostenere un ulteriore balzello a danno del nostro settore terziario”.