TRENO VELOCE, Pigliaru e Deiana hanno raccontato la ‘favola del pendolino’

12 Dicembre 2015

La cosa più buffa del viaggio inaugurale del treno Atr 365 sono stati i sorrisi dei passeggeri, tutti illustri ovviamente, come bambini al luna park, tanto emozionati per l’esordio sul trenino delle 'montagne russe', quanto tesi per l’esito del percorso. Neanche fossero loro i manager della società spagnola, che, dopo essersi aggiudicata la gara, ha venduto otto ‘treni veloci’ alla Regione. A bordo, ovviamente, c’erano il presidente Pigliaru e l’assessore dei Trasporti Deiana, ma anche l'arcivescovo di Cagliari Miglio ed il presidente del Consiglio regionale Ganau, poi parlamentari, sindaci e consiglieri regionali, con una netta maggioranza del Pd. Mancavano solo il padre putativo del 'pendolino', Renato Soru, ma si potrà rifare visto che a breve entreranno tutti in servizio effettivo, ed il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, che era stato enfaticamente annunciato, ma diplomaticamente ha comunicato il classico ‘improvviso impegno istituzionale’. La storia degli Atr 365 arriva lontano, nel 2008, quando Soru, allora governatore, decise di migliorare i tempi di percorrenza dei 257 chilometri ferroviari tra Cagliari e Sassari (non meno di tre ore), composti anche da curve, salite e discese, ed acquistò il treno spagnolo, tipo pendolino, che, piegandosi in curva avrebbe potuto viaggiare sino a 180 chilometri orari, impiegando circa due ore. Spesa totale: 78 milioni di euro per gli otto treni.

Una gita Cagliari-Sassari ad alta velocità utile esclusivamente ad informare i Sardi che “è solo il primo passo – ha preciato Pigliaru – avremo un trasporto su ferro che funziona”. Niente più di una promessa, visto che i primi seri dubbi sono venuti qualche mese fa, quando si è scoperto che il famigerato ‘pendolino’ non potrà pendolare per tutto il tragitto (grazie ad una rete ferroviaria obsoleta, ma non si scopre oggi) e quindi il vantaggio in termini di percorrenza si ridurrà di appena sette minuti rispetto ad oggi: considerando un costo medio dei treni, circa 1,3 milioni di euro al minuto. Ma i due tagliatori di nastro tricolore (i sovranisti loro alleati di governo come avranno commentato?) non sembrano curarsi del problema ed annunciano che “conseguentemente si attrezzerà la rete per consentire un ulteriore aumento della velocità”. In sintesi, intanto abbiamo i treni veloci, poi mettiamo le rotaie adatte a sfruttare questa velocità. Siate pazienti.

La gita, in verità, non è andata benissimo, ma i sorrisi sui volti degli amministratori regionali non si sono spenti: “Verso Sassari con lunghi tratti a 150 km l'ora – ha scritto Pigliaru sul suo profilo facebook – Siamo arrivati in 2 ore e 28 minuti (un semaforo difettoso ci ha fermato per alcuni minuti), su un treno comodo e dignitoso, con connessione wifi continua”. Tralasciando di sottolineare che ci sono anche tratti ben sotto i 90 km/h e che, inoltre, da domani ci saranno le fermate intermedie (almeno cinque), più i semafori rossi ed i passaggi a livello che organizzano il traffico ferroviario, insomma la favola del ‘pendolino’ è appena all’inizio. (fm)