E’ all’esame del Parlamento la conversione in legge del decreto sulla crisi Alitalia e durante la discussione generale, alla Camera dei deputati, sono intervenuti anche alcuni parlamentari sardi, sensibili al tema della continuità territoriale.
Per i deputati di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, bisogna “alzare la voce con l’Unione europea sulla continuità aerea, completare il trasferimento di funzioni e risorse dallo Stato alla Sardegna. Con un’interpretazione restrittiva del regolamento del 2008, Bruxelles intende ridurre ai minimi termini la continuità, calpestando il diritto alla mobilità dei sardi e comprimendo le potenzialità del nostro sistema imprenditoriale. Il riconoscimento della continuità, sempre nel regolamento, è orientato allo sviluppo economico sociale della Regione. Quando chiediamo una continuità aerea che sia il ‘ponte’ fra la Sardegna e il resto del territorio nazionale non domandiamo altro che un nostro diritto, né più né meno”.
“Il Governo si impegni in un’azione forte per liberare la nostra terra da un giogo ingiusto e illegittimo, che impedisce il varo della nuova continuità aerea. Occorre richiamare con forza Bruxelles al rispetto del Regolamento 1008/2008, ad abbandonare interpretazioni che trattano la nostra isola e l’Italia come figlie di un dio minore, e ad aprire la strada al varo della nuova continuità territoriale aerea. Inoltre, bisogna trasferire funzioni, anche della continuità marittima, e risorse relative dallo Stato alla Sardegna. La nostra isola deve diventare finalmente artefice delle scelte sui collegamenti aerei e marittimi”.
“Chiedo al governo e al ministro dei Trasporti di convocare subito un tavolo tecnico politico con la Regione Sardegna per mettere a fuoco le difficoltà e affinché lo Stato si riappropri delle proprie competenze, affrontando una volta e per tutte la questione della continuità da e per la Sardegna”, ha detto il deputato di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda.
“In questi mesi abbiamo assistito alla distruzione dell’immagine di Alitalia– ha aggiunto – nonostante la politica abbia demandato a supermanager strapagati che non si sono mai assunti alcuna responsabilità, ma che anzi, quando sono andati via, hanno voluto anche l’applauso. Purtroppo, quando ci si affida al mercato, non sempre si guarda alle tasche di una popolazione come quella sarda. Al popolo della Sardegna servono aerei per raggiungere il continente: ci sono 600mila sardi che non sono residenti in Sardegna, che sono emigrati e vengono considerati stranieri nella propria terra. Questa storia deve finire: per questo ci appelliamo al Governo: lo Stato deve intervenire con fondi pubblici per garantire la continuità territoriale”. (red)
(admaioramedia.it)