Il tassello che lega la vicenda del ritrovamento della borsa col documento del professore aritzese cieco, Salvatore Muggironi, tra le macerie della stazione alla strage di Bologna non c’è ancora, ma la storia della trasferta bolognese di questo insegnante sardo, contiguo gli ambienti della sinistra extraparlamentare, è ricca di dettagli poco chiari. E desta meraviglia il fatto che tutto sia stata archiviato così repentinamente.
Il 12 agosto 1980, a ben dieci giorni dall’esplosione, il Nucleo di Polizia giudiziaria dei Carabinieri di Bologna inviava un’assicurata alla Stazione di Aritzo “per la consegna” al proprietario del passaporto “rinvenuto alla Stazione ferroviaria”, come ben indicato nella lettera. Stranamente, fino a quel giorno, l’aritzese non aveva presentato alcuna denuncia di smarrimento, tanto che i Carabinieri sardi trasmettevano ai colleghi bolognesi la sua denuncia solo nei giorni seguenti alla restituzione, aggiungendo un dettaglio che a quanto pare consideravano importante: “è ritenuto che possa appartenere all’estrema sinistra extraparlamentare”. Convocato dai Carabinieri di Aritzo, a novembre, il professore raccontava una storia ‘complessa’: avrebbe smarrito la borsa (all’interno del quale fu trovato il documento) a Bologna, dove aveva soggiornato per controlli oculistici da metà luglio al 2 agosto; avrebbe alloggiato in casa di amici, oltre che in una pensione ed in un hotel bolognesi; avrebbe conosciuto una persona, il pizzaiolo sardo Franco o Fulvio Berardis, ed il 1° agosto avrebbe lasciato a casa sua la borsa da viaggio “contenente il passaporto, il libretto universitario, la tessera dell’Unione Ciechi, nonché importanti documenti oculistici”; dopo aver trascorso alcune ore in sua compagnia, Berardis ne avrebbe garantito la restituzione qualche ora dopo in piazza Maggiore, non tenendo però fede all’impegno; l’indomani mattina (2 agosto, giorno della strage: l’esplosione avvenne alle 10.25), raggiungendolo telefonicamente in un Istituto per ciechi, gli avrebbe dato un altro appuntamento per la mattina nella stessa piazza, ma anche questo scambio non sarebbe mai avvenuto, perciò il professore avrebbe fatto ritorno in Sardegna senza borsa e senza documento.
Nel frattempo, alla Compagnia dei Carabinieri di Sorgono, il 7 ottobre 1980, il brigadiere Oreste Celestino aveva ricevuto “una telefonata anonima” con alcuni precisi dettagli, che furono inseriti in un rapporto inviato alla Procura della Repubblica di Bologna e, per conoscenza, a quella di Oristano. Secondo l’anonimo informatore, nei giorni antecedenti la strage, il professore, in compagnia di una donna, sarebbe andato a Bologna per “prendere contatti con altri estremisti dello stesso orientamento”, motivando in paese la trasferta con la “necessità di sottoporsi ad una visita oculistica presso uno specialista di Pisa”; durante il soggiorno avrebbe trovato ospitalità a casa di un sardo, “compagno di fede politica”, che lavorava in una pizzeria; insieme ad alcuni sodali (dei quali l’anonimo fa i nomi) ad Aritzo ci sarebbero “riunioni segrete a scopo eversivo”; infine, in una seconda telefonata, riferiva i nomi dei contatti bolognesi dell’aritzese. Intanto, nel mese di marzo 1981, i Carabinieri avevano restituito al professore la “borsa da viaggio in vilpelle di color bianco, contenente oggetti vari di corredo e una catenina in oro giallo, il tutto smarrito in Bologna il 2 agosto 1980”, la stessa all’interno della quale era stato ritrovato anche il passaporto, già restituito. L’aritzese, recuperata la borsa, aveva dichiarato che “nulla manca degli oggetti ivi contenuti al momento dello smarrimento” . Nessuna menzione, quindi, per gli “importanti documenti oculistici” citati nel suo precedente racconto ai Carabinieri.
Appena un mese dopo, gli stessi militari della Compagnia di Sorgono inviavano alle Procure di Bologna e di Oristano le conclusioni delle loro indagini che “potrebbero avere attinenza con l’attentato allo scalo ferroviario di Bologna”, scrivevano nella presentazione. Ma, la parola fine alla ‘pista sarda’ la pose definitivamente un rapporto del Nucleo operativo dei Carabinieri di Bologna inviato, nel gennaio 1983, al Procuratore di Bologna, Claudio Nunziata. Nonostante al suo interno fossero elencate alcune palesi incongruenze nel racconto del professore: “non risulta essersi sottoposto ad accertamenti oculistici”; “non risulta alloggiato presso hotel e pensione”, come da lui dichiarato; “esito negativo negli accertamenti per identificare Berardis”, addirittura nella piazza indicata come residenza del pizzaiolo sardo non esiste neanche il numero civico indicato dal professore. Il rapporto raccontava che avrebbe alloggiato presso una famiglia bolognese che, però, dopo alcune notti, accortasi della sua omosessualità, lo avrebbe allontanato da casa, mentre le altre persone incontrate dall’aritzese venivano indicate come omosessuali, così da configurare un ‘perfetto’ viaggio di tipo sessuale. Il capitano Paolo Pandolfi scriveva che l’aritzese “si reca a Bologna solo allo scopo di incontrarsi con altri omosessuali e non, lontano quindi dal suo paese natio dove svolge l’attività di insegnante”. E per dare maggiore forza alla nuova versione, evidenziava di aver contattato il Nucleo di Polizia giudiziaria dei Carabinieri di Bologna che avrebbe smentito la comunicazione del 12 agosto 1980, infatti “il passaporto non presenta tracce di terriccio, calcinaccio, era integro, pulito”, perciò sarebbe da escludere che “fosse stato rinvenuto nelle macerie dell’esplosione alla Stazione”. Una bizzarra marcia indietro che non ha trovato piena conferma neanche nella risposta del Governo all’interpellanza del deputato leghista Pini di poche settimane fa: “Tra le macerie della stazione del capoluogo felsineo era stata ritrovata una borsa contenente tra l’altro suoi effetti personali e documenti”. Nessun riferimento esplicito al passaporto, resta il fatto che il documento fu restituito al professore dai Carabinieri di Aritzo pochi giorni dopo la strage.
Comunque, per la Procura della Repubblica di Bologna, già ben avviata sulla ‘pista nera’ (porterà alle condanne di Fioravanti e Mambro), il rapporto a ‘sfondo sessuale’ del Capitano dei Carabinieri (lo stesso ufficiale che anni dopo fu incaricato di raccogliere la fasulla versione del depistatore Ciolini) fu sufficiente per archiviare i rapporti negli scaffali polverosi del Tribunale bolognese, dove sono stati ritrovati casualmente, 30 anni dopo, da chi, fortunatamente, ha saputo valutarne l’importanza e li ha resi pubblici. Le risposte ai misteri di questa vicenda non sono convincenti e la sua immotivata archiviazione la rende ancora più misteriosa. La permanenza a Bologna del professore è ricca di contraddizioni e di bugie e la sua presunta omosessualità non ha alcun riscontro. I collegamenti del professore con ambienti eversivi sardi, ma anche nazionali ed internazionali, non sono mai stati approfonditi. È stato trascurato il fatto che fosse prassi del terrorismo nostrano utilizzare documenti ‘puliti’ per sfuggire ai controlli delle Forze dell’ordine. Perciò, appare verosimile che la ‘pista sarda’, nel caso della strage di Bologna un tassello della ‘pista palestinese’, non fosse compatibile con la comoda verità che per quella tragica pagina di storia era già stata confezionata, soprattutto per nascondere il famigerato ‘Lodo Moro’, l’accordo di ‘non belligeranza’ tra lo Stato italiano ed il terrorismo palestinese, che, secondo l’ex presidente Francesco Cossiga, grazie a quell’intesa era autorizzato “a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese”.
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)
83 Comments
Tonino Melis
BEH LA STRAGE DOVEVA ESSERE OER FORZA FASCISTA,QUINDI ANDAVANO OCCULTATE O DISTRUTTE LE PROVE SCHIACCIANTI CHE PORTAVANO A SETTORI DELLA SINISTRA
Maripolly Lo
…o settori politici dell’epoca !
Galimberti Roberto
ma va?…….
Gian Franco Pilloni
All’ora era uno sport comune incolpare di tutto Licio Gelli….
Massimo Frongia
per me questo articolo non dice nulla
Mario Nieddu
In 35 anni…solo cazzate. E umiliazioni per vittime e loro familiari.
Mariella Gesmino
Vergogna! Di sta cambiando la storia! Che sia stata una strage fascista non c’è alcun dubbio! Chi ha fatto galera non si è mai pentito! Sia chiaro! Non sono sinistroide!
Alessandra Deiara
Alessandra Deiara liked this on Facebook.
Tanino Meloni
Tanino Meloni liked this on Facebook.
Pietro Mastio
Pietro Mastio liked this on Facebook.
Paolo Spano
Paolo Spano liked this on Facebook.
Rita Pistis
Rita Pistis liked this on Facebook.
John Smith
John Smith liked this on Facebook.
Giovanni Rudi
Giovanni Rudi liked this on Facebook.
Gianluca Sanna
Gianluca Sanna liked this on Facebook.
Giorgio Boy Bulla
Giorgio Boy Bulla liked this on Facebook.
Pino Biascioli
Pino Biascioli liked this on Facebook.
Salvatore Piras
Salvatore Piras liked this on Facebook.
Uber Pelloni
Uber Pelloni liked this on Facebook.
Massimo Frongia
Massimo Frongia liked this on Facebook.
Sergio Leonardo Buscarini
Sergio Leonardo Buscarini liked this on Facebook.
Mika Ni
Mika Ni liked this on Facebook.
Simona Benvenuti
Simona Benvenuti liked this on Facebook.
Beppe Burlotto
Beppe Burlotto liked this on Facebook.
Guido Dettori
Guido Dettori liked this on Facebook.
Maria Antonietta Cossu
Maria Antonietta Cossu liked this on Facebook.
Caterina Dettori
Caterina Dettori liked this on Facebook.
Piras Roberto
Piras Roberto liked this on Facebook.
Silvia Livesi
Silvia Livesi liked this on Facebook.
Sebastiano Floris
Sebastiano Floris liked this on Facebook.
Maripolly Lo
Maripolly Lo liked this on Facebook.
Marcella Taberlet
Marcella Taberlet liked this on Facebook.
Betty Fidio
Betty Fidio liked this on Facebook.
Andrea Merella
Andrea Merella liked this on Facebook.
Alfredo de Lorenzo
Alfredo de Lorenzo liked this on Facebook.
Francesco Paccioni
Francesco Paccioni liked this on Facebook.
Francesco Rosas
Francesco Rosas liked this on Facebook.
Enrico Balletto
Enrico Balletto liked this on Facebook.
Salvatore Ignazio Lallai
Salvatore Ignazio Lallai liked this on Facebook.
Paolo Secchi
Paolo Secchi liked this on Facebook.
Bernadette Puddu
Bernadette Puddu liked this on Facebook.
Enrico Sanjust
Enrico Sanjust liked this on Facebook.
Roberta Virzì
Roberta Virzì liked this on Facebook.
Luisa Demartis
Luisa Demartis liked this on Facebook.
Maria Antonietta Corda
Maria Antonietta Corda liked this on Facebook.
Enzo Cumpostu
Enzo Cumpostu liked this on Facebook.
Andrea Orrù
Andrea Orrù liked this on Facebook.
Mauro Mastellari
Mauro Mastellari liked this on Facebook.
M T Giuseppe Cocco
M T Giuseppe Cocco liked this on Facebook.
Alessandra Fais
Alessandra Fais liked this on Facebook.
Graziella Ennas
Graziella Ennas liked this on Facebook.
Bruno Murgia
Bruno Murgia liked this on Facebook.
Davide Zedda
Davide Zedda liked this on Facebook.
Luciano Fancello
Luciano Fancello liked this on Facebook.
Corrado Meloni
Corrado Meloni liked this on Facebook.
Annamaria Poddighe
Annamaria Poddighe liked this on Facebook.
Gianfranco Littarru
Gianfranco Littarru liked this on Facebook.
Gabry Caboni
Gabry Caboni liked this on Facebook.
Giuseppe Articolo
Giuseppe Articolo liked this on Facebook.
Paolina Carta
Paolina Carta liked this on Facebook.
Giorgio Milia
Giorgio Milia liked this on Facebook.
Dessi Giuseppe
Dessi Giuseppe liked this on Facebook.
Roberto Vento
Roberto Vento liked this on Facebook.
Anna Lucia Puddu
Anna Lucia Puddu liked this on Facebook.
Alberto Musa Farris
Alberto Musa Farris liked this on Facebook.
Maurizio Cenni
Maurizio Cenni liked this on Facebook.
Agata Russo
Agata Russo liked this on Facebook.
Felixita Piras
Felixita Piras liked this on Facebook.
Domenico Deiana
Domenico Deiana liked this on Facebook.
Federica Poddighe
Federica Poddighe liked this on Facebook.
Antonio Manunta
Antonio Manunta liked this on Facebook.
Stefania Caddeo
Stefania Caddeo liked this on Facebook.
Pina Marrocu
Pina Marrocu liked this on Facebook.
Michela Cani
Michela Cani liked this on Facebook.
Giovanni Sanna
Giovanni Sanna liked this on Facebook.
Luigi Puggioni
Luigi Puggioni liked this on Facebook.
Gio Vanna
Gio Vanna liked this on Facebook.
Annarita Zucca
Annarita Zucca liked this on Facebook.
Chris Chris
Chris Chris liked this on Facebook.
Maurizio De Tomasi
Maurizio De Tomasi liked this on Facebook.
Stefano Merella
Stefano Merella liked this on Facebook.
Marcella Deiana
Marcella Deiana liked this on Facebook.
Marco Deplano Loy
Marco Deplano Loy liked this on Facebook.