Il settore dell’editoria sta risentendo anche in Sardegna dei tagli governativi sui fondi a sostegno delle aziende editrici e del crollo delle vendite di spazi pubblicitari, che hanno provocato ripercussioni anche nei nostri giornali locali l’Unione Sarda e la Nuova Sardegna. In questi anni in Italia abbiamo perso metà del fatturato e metà dei lavoratori poligrafici, oggi scesi sotto le 4mila unità. Ma a preoccupare è soprattutto la situazione delle tv locali, che versano in una situazione di particolare criticità determinatasi sia per la mancata adozione del nuovo regolamento che deve disciplinare le risorse economiche, sia per i gravissimi ritardi nelle assegnazioni dei contributi.
E’ quanto è emerso dal VI Congresso regionale FISTEL-Cisl, la Federazione che riunisce gli operatori del settore delle telecomunicazioni e dell’emittenza pubblica e privata aderenti alla Cisl, che si è aperto a Quartucciu. La fotografia scattata dal sindacato evidenzia, nell’ultimo biennio, molte situazioni critiche nel settore delle comunicazioni sociali.
«Ciò è assolutamente inaccettabile – ha detto il segretario regionale FISTEL-Cisl Gian Michele Uda a proposito della situazione critica delle tv locali – e rischia di mettere in pericolo la sopravvivenza di molte aziende e il posto di lavoro di migliaia di dipendenti, oltretutto in un quadro di inadeguatezza degli ammortizzatori sociali. Le emittenti televisive locali producono e diffondono informazione sul territorio e svolgono la preziosa funzione di pubblico servizio”.
Buone prospettive invece arrivano dalla Rai. «Negli ultimi anni ha visto rinascere, grazie a una convenzione con la Regione e alla perseveranza del direttore di sede, il settore di programmazione radiofonica. Dalla mezzora di programmazione settimanale iniziale, si è arrivati oggi ad una programmazione giornaliera di trenta minuti su radio 1 che vede finalmente il ritorno in campo di molti collaboratori culturali, la diffusione della lingua sarda e della ns. tradizione. Sono interessati nel settore, oltre quattro registi anche due tecnici. Occorre sostenere questa iniziativa – ha aggiunto Uda – anche in considerazione della produzione a livello nazionale che potrebbe svilupparsi in un passo successivo, con tutte le ricadute nel settore turismo e cultura».
Quanto ai call center, il settore più delicato del comparto delle telecomunicazioni, in Sardegna in questi ultimi anni fortunatamente non si sono registrati cali occupazionali anche se qualche preoccupazione è data da Sky.«Abbiamo il più grande Call Center in Sardegna con oltre 1000 lavoratori– ha precisato Uda -. Quest’anno anche l’Azienda Sky ha iniziato i confronti con le organizzazioni sindacali dichiarando una riorganizzazione con esuberi e trasferimenti. L’Azienda vuole chiudere nel sito di Cagliari il settore della Control Room, con sette lavoratori, per trasferirla a Milano. In questi giorni sono iniziati i colloqui con due proposte per le persone coinvolte, andare a Milano o ricollocazione a Cagliari. La preoccupazione delle organizzazioni sindacali che ci sia da parte aziendale un progressivo disinvestimento verso il sito di Cagliari in termini di formazione e di una eventuale esternalizzazione delle attività pregiate».
I lavori del congresso, presieduto da Federica Tilocca, segretaria organizzativa Cisl Sardegna, e dal segretario generale nazionale Fistel Vito Vitale si concluderanno questa sera con l’elezione del segretario generale regionale e della segreteria Fistel Cisl. (red)
(admaioramedia.it)