Alcuni accertamenti economico-finanziari e le intercettazioni telefoniche, svolte dalla Guardia di finanza, hanno consentito di scoprire una truffa ai danni dello Stato nel settore delle energie alternative.
Due aziende, titolari degli impianti fotovoltaici, hanno attestato falsamente che l’attività esercitata fosse prevalentemente agricola, anziché, come acclarato durante tramite le investigazioni dell’operazione “Eclissi”, rivolta essenzialmente alla produzione di energia elettrica. Percio’, i finanzieri, insieme agli ispettori del Corpo forestale, hanno provveduto a sequestrare, su disposizione del Gip del Tribunale di Cagliari, due impianti fotovoltaici ed i terreni per un’area complessiva di 18 ettari a San Giovanni Suergiu e Santadi, oltre 130 tra fabbricati e terreni, dislocati in Sardegna ed in Emilia Romagna, e 280 tra conti correnti e cassette di sicurezza, nonché quote societarie, fino ad un importo complessivo di circa 16 milioni di euro, corrispondenti agli indebiti vantaggi ottenuti fraudolentemente.
Destinatari del sequestro sono due operatori del settore delle energie rinnovabili (i due imprenditori sono di origini romagnole, ma residente a Sant’Anna Aresi, e di Roma); il professionista di fiducia; altre due persone organiche al consorzio illecito, a cui sono state ascritte responsabilità penali per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni del gestore dei servizi energetici. Inoltre, per ottenere i benefici, il sodalizio avrebbe raggirato il Gse, presentandogli un progetto totalmente difforme da quello approvato dagli uffici tecnici comunali di San Giovanni Suergiu e Santadi, con responsabilità penali per lottizzazione abusiva. Nel dettaglio, gli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria hanno ricostruito la complessiva posizione tributaria delle società, riqualificando i redditi dichiarati e constatando la sottrazione a tassazione di ricavi per circa 21 milioni di euro, oltre all’appostamento contabile di costi non deducibili per quasi 2,6 milioni di euro. Sono tuttora in corso, sempre da parte della Guardia di finanza, anche specifici approfondimenti diretti ad individuare le eventuali responsabilità amministrative per danno erariale conseguenti ai comportamenti tenuti dai componenti dell’associazione illecita per aver indotto in errore il Gse.
Questa operazione si abbina all’analoga operazione “Helios”, nella quale fu scoperta l’indebita percezione di contributi pubblici per oltre 22 milioni di euro ed un conseguente danno erariale di pari entità, nonché un’evasione fiscale per oltre 42 milioni di euro. Furono sei le persone denunciate per violazioni di natura penale, tributaria ed amministrativo-contabile. (red)
(admaioramedia.it)