Il Centro di ascolto uomini maltrattanti (Cam), è il primo centro in Italia che fin dal 2009 si occupa del recupero degli uomini autori di comportamenti violenti. Uomini che riflettono su comportamenti, rabbia, problematiche relazionali, genitorialità e che soprattutto hanno bisogno di aiuto e sostegno. In Sardegna si trova a Sassari, in via Ugo La Malfa, 25 (mail: sassaricam@gmail.com; cellulare: 3666287187 – 3666287184), Olbia, in via Capotesta 14, Nuoro, in via Deffenu 42, ed Oristano, in piazza San Martino.
“Il Cam è nato in Sardegna nel 2014, ma ho trovato parecchi ostacoli – ha raccontato Nicoletta Malesa, presidente Cam Sardegna – Infatti, non è stato recepito come un importante strumento di prevenzione e contrasto alla violenza. Gli ultimi ostacoli sono di natura economica, perché dal non riceviamo fondi dalla Regione, sebbene siano stati regolarmente approvati, e dal 2014 tutte le attività sono autofinanziate”.
Quali sono i segnali a cui bisogna prestare attenzione?
“Premetto che la violenza è un problema che riguarda tutti e questo determina la responsabilità da parte della società e nello specifico di coloro che operano nei programmi di intervento con gli uomini maltrattanti, la definizione degli standard e delle linee guida sul lavoro degli operatori e delle operatrici al fine di garantire la qualità del loro operato. Ogni donna ha il diritto di vivere liberamente, senza paura e soprattutto libera di fare e di poter compiere le proprie scelte. Comportamenti violenti e controllanti, il fare del male fisicamente o minacciare di farlo, spaventare, intimidire e\o fare paura, insultare, far vergognare o umiliare, danneggiare le proprietà altrui o le cose a cui una donna tiene, cercare di controllare l’aspetto della propria partner e sapere dove va, chi vede e quello che fa, controllare gli spostamenti e le finanze, prendere prestiti a nome della vittima e senza il suo consenso, far sentire la stessa vittima in situazione di pericolo, violata e in particolar modo impedire di vivere l’esistenza liberamente, sono tutti segnali che non vanno sottovalutati. Gli uomini maltrattanti sovente attribuiscono la causa del loro comportamento a qualcuno o qualcos’altro, ad esempio l’educazione ricevuta o il consumo di sostanze alcoliche oppure lo stress, e non si assumono mai la responsabilità del proprio comportamento. Sulle cause, posso citare l’esempio di un signore che si è giustificato di essere stato provocato per aver dato uno schiaffo alla compagna. Ci sono mille soluzioni per poter rispondere ad una provocazione, ma lo schiaffo non è una risposta accettabile. Il comportamento violento è estremamente pericoloso perché mette a rischio la salute fisica, emotiva e mentale della stessa vittima, che a sua volta si sente impotente”.
Un aspetto importante è la formazione degli operatori Cam.
“Il percorso formativo di almeno 40 ore include una formazione specifica sulla violenza domestica, meccanismi di difesa dei maltrattanti quali distorsione, manipolazione, negazione, narrazione falsata dei fatti legati alla violenza, questioni legali rilevanti, uso di sostanze, psicopatologie, situazioni legate alla famiglia di origine e il rapporto con la violenza domestica, la sicurezza delle donne, gli effetti a breve e a lungo termine del maltrattamento delle vittime, predisposizione al lavoro di gruppo. È importante sottolineare che gli operatori creano e implementano misure atte a controllare i risultati del proprio lavoro per poterli poi confrontare i dati a livello nazionale, europeo ed internazionale. Studiare il fenomeno è necessario specialmente per l’ analisi di quei meccanismi che determinano tali crimini e soprattutto per poterli prevenire”.
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda i minori.
“I bambini risentono sempre direttamente o indirettamente degli effetti della violenza domestica e per questo motivo le politiche di protezione dei minori costituiscono, così come il recupero dei maltrattanti, una priorità del Cam. Mai affidarsi ad operatori improvvisati che spinti dall’onda emotiva del momento aprono Cav (Centri antiviolenza) e Cam (Centri di ascolto per uomini maltrattanti), e che sono privi di formazione e competenze specifiche. Non dimentichiamoci che al percorso di formazione iniziale segue sempre una formazione continua che deve permettere agli operatori di lavorare nel miglior modo possibile”.
Claudia Pilloni
(admaioramedia.it)