Dalla conquista del diritto di voto alla doppia preferenza di genere, dalle pari opportunità all’ingresso delle donne nelle forze di polizia e nelle forze armate sino alla prevenzione e contrasto della violenza di genere: sono alcuni dei temi trattati durante il convegno “La figura della donna nel 900”, nato sulle ceneri del “Progetto Mimosa” patrocinato dal Ministero della Salute, che prevedeva anche una mappatura dei centri antiviolenza aderenti al 1522, numero antiviolenza nazionale, presenti a Cagliari e dell’Area metropolitana, ma che non è andato in porto.
La mappatura dei servizi è andata bene coi centri delle associazioni “Donna ceteris” e “Donne al traguardo” e con lo sportello di ascolto della Cgil. Le sorprese sono nate quando sono stati contattati gli altri centri. Per esempio, invece di due centri antiviolenza della città di Cagliari risultavano inesistenti, contattati telefonicamente, hanno risposto uno studio dentistico e un istituto comprensivo. Nelle vie dove risultavano essere ubicati non esisteva nessun cartello e nessuna indicazione che confermasse la presenza di un centro antiviolenza o di uno sportello di ascolto. Uno di quelli nella città di Cagliari non ha mai fornito alcuna risposta, sebbene sia stato contattato telefonicamente e via mail. Ma la ‘sorpresa‘ è arrivata contattando la presidente di un centro antiviolenza nell’Iglesiente, che, in maniera piuttosto seccata, ha informato di aver incaricato il suo legale di disdire il servizio che risultava essere ancora attivo. Comunque, pronta la mappatura, il corso di formazione per i professionisti e la locandina, il progetto, però, non si è realizzato, creando pesanti polemiche per lungo tempo.
I dati forniti dal Dipartimento per le Pari opportunità, sulla base di un’indagine condotta dall’Istat e dal Cnr, su 281 Centri Antiviolenza che ricevono finanziamenti dalle Regioni, su altri 123 destinatari di forme alternative di finanziamento e 59 centri di recupero dei soggetti maltrattanti, ci dicono che 49.152 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza, 29.227 hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza di cui 26.9% sono straniere, 63,7% sono italiane con il 70% di figli minorenni. Un’ altra indagine condotta dall’Ipsos ha dimostrato che il 71% dei soggetti intervistati verso gli strumenti di contrasto, il 46% delle donne intervistate ha espresso parere favorevole per l’approvazione più leggi e maggiore assistenza legale, il 40% è favorevole agli strumenti di supporto economico in favore di donne abusate, l’83% dei soggetti intervistati è a favore della creazione di un fondo ad hoc garantito dallo Stato destinato alle vittime di violenza. Questa indagine ha rilevato anche le problematiche relative al rifiuto di denunciare il maltrattante e questi sono i dati raccolti: 68% mostra paura per le conseguenze del partner, 43% nutre sfiducia nelle forze dell’ordine e 39% non ha una indipendenza economica.
Un punto importante da affrontare è la giusta informazione delle vittime attraverso una comunicazione corretta che indichi i centri antiviolenza e gli sportelli di ascolto presenti sul territorio, il diritto al gratuito patrocinio per le donne vittime di violenza e la presenza del Codice rosa nei Pronto soccorso del Santissima Trinità di Cagliari e del Policlinico di Monserrato.
Claudia Pilloni
(admaioramedia.it)