Dopo aver compiuto diversi sopralluoghi ed appostamenti, nell’ambito dei servizi mirati al contrasto dello spaccio di droga, la Squadra mobile- Gruppo Falchi ha notato che all’interno di un terreno in località Solanas-Santa Barbara (Sinnai) era parcheggiata una Panda intestata ad un pregiudicato del luogo.
Perciò, ieri mattina, nelle prime ore del’alba, dopo aver circondato il perimetro del terreno, dove si trova l’abitazione del pregiudicato, i poliziotti hanno fatto irruzione, trovando, in una stanza, una serra composta da 18 piantine di marijuana in fase di crescita (alte circa 20-25 centimetri), collocate in vasi ripieni di terriccio ed illuminate da due lampade alogene, alimentate da dei trasformatori di tensione.
All’interno della casa, gli agenti hanno trovato altri elementi comprovanti un’intensa attività di coltivazione e di commercio della droga: in un pensile dislocato in un disimpegno c’era tutto l’occorrente per concimare e fertilizzare le piante, mentre sul tavolo vi era una scatola di cartone contenente infiorescenze essiccate di marijuana per più di 200 grammi, un bilancino elettronico di precisione, due confezioni di buste trasparenti per alimenti, utili al confezionamento ed altre cinque scatole di cartone con evidenti tracce di residui della medesima sostanza, nascosta in un pensile della cucina anche 400 euro, in banconote di vario taglio. Inoltre, in un prefabbricato in alluminio posto nel cortile interno è stata individuata un’altra serra completa di impianto di ventilazione, illuminata da lampade alogene con relativi alimentatori utilizzati per la coltivazione di 28 piante di marijuana, in perfetto stato vegetativo, tutte di altezza di circa 100/120 centimetri in piena attività produttiva.
L’uomo, E.P., 37enne di Sinnai, è stato arrestato (e posto agli arresti domiciliari) per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato in stato di libertà per furto, perché è stato verificato che l’abitazione era priva di un regolare contratto di fornitura di energia elettrica, e che, grazie all’accertamento del personale dell’Enel, l’impianto elettrico era collegato illegalmente, senza misura e limitazioni di potenza, alla rete di distribuzione, mediante due morsetti ‘rubacorrente’ collegati ai cavi di una presa Enel cessata. (red)
(admaioramedia.it)