La questione siccità ha creato gravi problemi di approvvigionamento ed alcune giornate di pioggia non hanno certo risolto il problema. Perciò, la decisione di aprire le paratie della diga di Maccheronis sul rio Posada, per riversare in mare un quantitativo d’acqua così da far rientrare l’invaso nei limiti di sicurezza, è stata contestata dalla consigliera regionale del Partito democratico, Daniela Forma, che ha presentato un’interrogazione al presidente Pigliaru ed all’Assessore regionale dei Lavori pubblici.
“Il bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico della Sardegna del 31 gennaio – ha sottolineato l’esponente del Pd – riportava che i quantitativi d’acqua presenti nel sistema degli invasi sardi era pari al 47%, corrispondenti a 831 milioni di metri cubi d’acqua. Sempre al 31 gennaio, relativamente alla siccità si è registrata complessivamente una condizione di “Livello di pericolo” (allerta) con un valore dell’indicatore pari allo 0,18. Una situazione quindi alquanto critica se si pensa che la forbice che individua una condizione di ‘allerta siccità’ oscilla tra lo 0,15 e lo 0,3 e che ci troviamo nel pieno della stagione invernale”.
Situazione ancor più delicata se si considera che l’invaso del Maccheronis serve Posada, Torpè, Siniscola, San Teodoro e Budoni, comuni, a forte vocazione agricola e turistica, interessati nei mesi scorsi da importanti restrizioni idriche per uso irriguo. L’indicatore di stato dell’invaso del Maccheronis al 31 gennaio era al di sotto della media regionale e corrispondente allo 0,16.
“Poiché questo è il quadro complessivo regionale e specifico dell’invaso del Maccheronis – ha aggiunto Daniela Forma – risulta difficile comprendere l’opportunità della scelta di versare a mare quantitativi di preziosa acqua a seguito di qualche giornata di pioggia che è risultata certo la benvenuta in una condizione acclarata di allerta siccità”. (red)
(admaioramedia.it)