L'annuncio è già sul sito della Sogin (Società gestione impianti nucleari, responsabile per lo Stato dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi): «Il 2 gennaio 2015 Sogin ha consegnato ad Ispra la proposta di Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, rispettando i tempi previsti dal D. Lgs. 31/2010, ossia entro 7 mesi dalla pubblicazione della Guida Tecnica n. 29 di Ispra, avvenuta il 4 giugno 2014». Adesso, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei criteri e validare la Carta. Poi, entro un mese, spetterà al Ministero dello Sviluppo economico ed al Ministero dell’Ambiente comunicare il nulla osta, affinché Sogin pubblichi la Carta. Perciò, ad aprile sapremo se ciò che, mesi fa, aveva denunciato il deputato di Unidos, Mauro Pili, è realtà: “Tra i sei siti individuati per il deposito unico nazionale viene inclusa anche la Sardegna. Si tratta di un progetto demenziale che rischia di mettere a rischio l'ordine pubblico in una regione che ha già abbondantemente espresso la netta e più totale contrarietà a tale nefasta ipotesi.”
La tensione sul tema è alta, tanto che nell’Isola sono scattate immediate le reazioni. “Vigiliamo con grande attenzione su ciò che avviene a proposito del sito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Come più volte ribadito, anche in questo caso faremo valere l'autonomia della Sardegna, affermando il nostro potere decisionale sul territorio sardo e tenendo conto della volontà delle comunità. La tutela dell'ambiente e della salute pubblica è considerazione prioritaria, per la quale non ammettiamo eccezioni. La Sardegna è già gravemente penalizzata dall'onere eccessivo delle servitù Militari”, così l'assessore della Difesa dell'ambiente, Donatella Spano.
Subito dopo è intervenuto anche il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa. "Massima vigilanza sulla questione scorie. Non accetteremo mai che la Sardegna diventi deposito. Abbiamo già troppe servitù e lo Stato con la Sardegna è fin troppo in debito".
Sarcastico il commento di Pili: “I dormiglioni della Giunta regionale e dell'opposizione in Consiglio regionale hanno fatto finta di svegliarsi. E ora si accorgono del rischio deposito scorie nucleari – – ha scritto su facebook – Leggo dichiarazioni di chi fa solo finta di contrastare il Governo e poi invece svende la Sardegna e i Sardi. Sul deposito delle scorie arrivano con mesi di ritardo e solo con dichiarazioni di facciata. Abbiamo il dovere di mobilitarci contro questo progetto che vede i partiti italiani, nessuno escluso, favorevoli a questa follia del deposito unico delle scorie nucleari. Abbiamo indicato strade alternative, con l'esclusione totale della Sardegna. E nessuno pensi di barattare le basi militari con le scorie, non vogliamo né le prime né le seconde!”
Il ‘deposito nazionale’ è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, il 60% deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro. Insieme al deposito, sarà realizzato anche il Parco tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)